Milano da scoprire

Luoghi che parlano da soli

Da Ago, Filo e Nodo a L.O.V.E., le installazioni che si possono ammirare a Milano e il loro significato

Dischi, aghi e gatte: l'arte a cielo aperto a Milano

Milano è un crogiolo di bellezza e arte, di simbolo e di messaggio. La città, come accade a molte metropoli, è spesso in continuo cambiamento e la contemporaneità della creazione artistica non fa che arricchirla.

Questa contemporaneità fatta d’arte, nella città del design, si può notare ad esempio nel complesso residenziale di CityLife progettato da Zaha Hadid. Questa costruzione, che consta di 7 edifici, fu costruita nel 2014, e ammalia con i suoi balconi curvilinei che, attraverso i materiali usati - come cedro rosso canadese, vetro e alluminio - danno un’idea di naturalezza. I balconi non sono infatti solo morbidamente curvi, ma appaiono come se vento, acqua e tempo li abbiano modellati naturalmente, come accade agli scogli in riva al mare. E se a Milano non c’è il mare, non mancano certo le meraviglie a cielo aperto da ammirare.

Ago, Filo e Nodo

Ago, Filo e Nodo

Una di queste meraviglie è la scultura Ago, Filo e Nodo, realizzata nel 2000 da Claes Oldenburg e Coosje Van Bruggen. Come riporta il sito del Ministero dei Beni Culturali, l’opera rientra nel restyling di piazzale Cadorna e della stazione messo in atto da Gae Aulenti alla fine degli anni ’90 - quando cioè l’installazione iniziò a essere progettata.

L’opera è composta da due parti: su un lembo della piazza si trovano ago e filo, su un altro lembo si trova invece il nodo. Le due parti sembrano unirsi sotto la superficie stradale, un chiaro riferimento alla metropolitana milanese con i colori delle sue arterie: rosso, verde e giallo.

Grande disco

Grande disco di Pomodoro

Molto noto è anche il Grande disco realizzato da Arnaldo Pomodoro nel 1980 e posto nello stesso anno in piazza Meda, per decisione dell’artista. Infatti, in precedenza, la statua è stata temporaneamente nella piazza Ducale di Vigevano e poi al Castello Sforzesco, come riporta il sito dei Beni Culturali.

Si tratta di una rivisitazione dell’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci: è composto da un doppio disco di bronzo dorato ed è situato su un’aiuola, in modo da creare un contrasto sia cromatico che concettuale. Il significato del Grande disco di Pomodoro è infatti il dinamismo di una città sempre in movimento, in continuo cambiamento, una città che è misura di tutte le cose.

La Fontana dei Bagni Misteriosi

La Fontana dei Bagni Misteriosi

All’interno della Triennale si trova la Fontana dei Bagni Misteriosi di Giorgio de Chirico, che inizialmente avrebbe dovuto essere collocata in Parco Sempione, ma dal 1973 campeggia invece appunto nella Triennale.

La Fontana consiste in una finta piscina da cui sbucano due figure umane, un coloratissimo cigno, una palla, due trampolini e una cascata: per le forme e i colori, de Chirico prese spunto da alcuni suoi ricordi d’infanzia - l’artista visse giovanissimo a Volo, in Tessaglia - e dalla visione che ebbe su un pavimento lucidato, all’interno del quale persone e cose sembravano affondare.

Nel contesto, ma non inserito all'interno della Fontana, c’è il Nuotatore Misterioso, ovvero un pesce che giace appoggiato sull’erba circostante l’opera, e che è molto simile all’animale marino che si scorge in un’opera di De Chirico del 1934.

Le Guardiane

Le Guardiane

Nel Parco d’Arte Contemporanea di CityLife si trovano due nuove sculture. Si tratta di Guardiane di Kiki Smith, poste come installazione permanente. L’opera ritrae due grandi gatte in bronzo. L’artista si è ispirata alla colonia felina che abita nel fossato del Castello Sforzesco e ha voluto puntare l’accento sul modo in cui gli animali randagi siano in realtà guardiani silenziosi delle strade di città.

L.O.V.E.

L.O.V.E.

Uno dei monumenti contemporanei più celebri di Milano è sicuramente L.O.V.E. di Maurizio Cattelan - che però in tanti chiamano comunemente “Il Dito”. Si tratta di un enorme mano con le dita monche, tutte tranne una: il dito medio che sembra fare un gesto eloquente ma non è esattamente come appare.

L.O.V.E., che si trova in piazza Affari di fronte al palazzo progettato da Paolo Mezzanotte che ospita la Borsa, è l’acronimo di “libertà, odio, vendetta, eternità”. In realtà, la mano non compie un gesto volgare come si potrebbe pensare, perché le dita non sono chiuse ma tagliate o erose dal tempo, come l’autore voleva comunicare.

Cattelan ha aperto l’idea del senso dell'opera all’immaginazione di tutti i suoi fruitori. "Il Dito" non ha un significato né economico né strettamente politico, sebbene sia inserita in un contesto estetico specifico.

La mano con le dita erose sembra fare un saluto romano che sembra provenire da palazzo Mezzanotte: l’edificio della Borsa, inaugurato nel 1932, è infatti un esempio dell’architettura avanguardista di epoca fascista.

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