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Senigallia e i misteri della Rocca Roveresca

Senigallia ospita una delle grandi fortezze che hanno dominato il medioevo marchigiano: la Rocca Roveresca, da secoli al centro di intrighi e misteri.

Senigallia e i misteri della Rocca Roveresca

Senigallia è uno dei centri più affascinanti e ricchi di storia della provincia anconetana. Di particolare fascino è la sua Rocca Roveresca, una fortezza costruita attorno a quella che era una torre quadrangolare di epoca romana e oggetto nei secoli di diversi interventi.

Nella seconda metà del 1300 sorse dapprima una "rocchetta", costruita per volontà del cardinale Egidio Albornoz, a cui seguì un successivo intervento di Sigismondo Pandolfo Malatesti. Sarà però soltanto sul finire del 1400 che la Rocca Roveresca assumerà le caratteristiche attuali, grazie all'intervento ordinato da Giovanni Della Rovere. Proprio dai Della Rovere la fortezza di Senigallia deriverà il nome con cui è tutt'ora conosciuta.

Una fortezza che nel corso dei secoli ha rappresentato non soltanto una struttura difensiva, ma anche una residenza signorile e persino una scuola di artiglieria (voluta da Guidobaldo Della Rovere nel 1533). La successiva fine della dinastia ducale portò la rocca nelle mani della Chiesa, sotto la quale divenne un carcere e persino un orfanotrofio.

Nei secoli passati la posizione strategica in cui è situata permetteva alla fortezza di contribuire in maniera decisiva alla difesa del territorio. Oggi la Rocca Roveresca è visitabile sia esternamente che internamente, oltre a ospitare mostre, eventi culturali e rievocazioni storiche.

La Rocca Roveresca: Senigallia e l'invasione di Cesare Borgia

Rocca Roveresca, Senigallia

Nella sua lunga storica di fortezza inespugnabile compare una importante macchia. Nel 1503 la Rocca Roveresca venne conquistata da Cesare Borgia, ma lo scontro fu tutt'altro che militare. Il duca Valentino diede vita a quello che passò alla storia come il "Magnifico inganno di Senigallia", in occasione del quale approfittò della situazione in maniera estremamente pragmatica.

In difficoltà per il tradimento di alcuni suoi capitani e alleati, il Borgia si affidò ai fiorentini e agli aiuti forniti dal re di Francia (oltre ad alcuni gruppi di mercenari). Riuscì a ottenere un accordo di pace con i congiurati (Vitellozzo Vitelli, il duca di Gravina Francesco Orsini, Paolo Orsini e Oliverotto da Fermo), di cui sfruttò la fiducia e la buona fede ritrovate.

Come racconta Niccolò Machiavelli, li attirò nell'appartamento per lui allestito a Senigallia e lì seduta stante fece imprigionare l'intero gruppo di cospiratori. Quella stessa notte, tra il 31 dicembre 1502 e il 1 gennaio 1503, Cesare Borgia ordinò l'esecuzione di Vitellozzo Vitelli e Oliverotto da Fermo. Due settimane più tardi la stessa sorte toccò anche ai due Orsini.

Le misteriose iscrizioni e la leggenda del prigioniero murato vivo

Rocca Roveresca, esterno

La Rocca Roveresca non è soltanto ricca di storia ma è al centro anche di diversi misteri e leggende. Tra questi hanno sempre attirato la maggiore attenzione le misteriose iscrizioni che compaiono in tutte le pareti della fortezza: "Io Pre" e "Io Dux". Non si è mai giunti a una risposta certa in merito al significato di queste incisioni, sebbene le teorie più accredite vedono nella parte "Io" un riferimento a Giovanni ("Ioannes") Della Rovere.

È stata a lungo oggetto di discussione una singolare leggenda, che ha come teatro proprio la fortezza di Senigallia. Si racconta che nel cortile interno, a ridosso della parete abitata, vi sia una cella un tempo destinata a un prigioniero poi murato vivo. La teoria non è condivisa da tutti gli esperti, ma ciò non ha impedito alla leggenda di contribuire al fascino e al mistero della Rocca Roveresca.

Foto in evidenza: Sailko - Wikimedia

Foto nel testo: Guido Baglieri - Wikimedia

Foto nel testo (2): Gaspa - Wikimedia

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