Stile

La luce, energia senza fine dialoga con le lancette

La Casa giapponese punta sul movimento Eco-Drive: ora la precisione diventa ecosostenibile

Fabrizio Rinversi

Il fondatore di Citizen, di fatto, fu un gioielliere giapponese, Kamekichi Yamazaki, titolare del «Shokosha Watch Research Institute», avviato nel 1918.  Nel 1924 sviluppò il primo orologio da taschino, relativamente al quale il sindaco di Tokyo, Shinpei Goto, si augurò potesse essere acquistato da tutti «i cittadini»: di lì a poco, proprio dalla traduzione in inglese di «cittadino», ossia «citizen», l'azienda assunse il nome che tutti oggi conosciamo, ossia Citizen Watch Co. Ltd..

Al 1931, risale il primo esemplare da polso della Casa e, nel 1956, Citizen stupì presentando il «Parashock», primo modello con dispositivo antiurto, nel corso di un evento in cui fece lanciare l'orologio da un elicottero in volo. Nel 1959, poi, fu la volta del Parawater, primo orologio subacqueo giapponese e potremmo citare molti altri record o device di successo, ma quello che, oggi, maggiormente identifica la Casa nipponica è, senza alcun dubbio, il sistema Eco-Drive. Si tratta di una tecnologia datata 1976, che consente ad un orologio analogico a quarzo di funzionare, in qualunque parte del mondo, utilizzando semplicemente la luce come fonte di energia, indipendentemente dalla sua intensità: per luce s'intende sia quella naturale che artificiale. Dunque, nessuna sostituzione della batteria è richiesta, con positivi effetti sulla salvaguardia dell'ambiente. Tale soluzione è stata perfezionata, poi, in termini di riserva di carica: un orologio Eco-Drive, quando completamente carico, può funzionare per più di sei mesi, anche al buio completo, con punte anche di diversi anni. Un'altra funzionalità interessante è costituita dall'avviso di carica insufficiente: in questo caso, la lancetta dei secondi si comincia a spostare ad intervalli di 2 secondi, in attesa che l'accumulatore venga completamente ricaricato, per riprendere il suo passo normale. A sostegno dell'ottimizzazione energetica, la Casa giapponese ha previsto di fermare le lancette quando l'orologio non è alimentato da fonti luminose, per poi riprendere a mostrare con precisione l'ora attuale una volta che il quadrante è nuovamente «impattato» dalla luce. Fra le più recenti collezioni dotate di movimento Eco-Drive, impermeabili fino a 10 atmosfere, con riserva di carica di sei mesi, citiamo la Cronografo Racing, composta da tre modelli in acciaio da 42 mm, con cinturino forato in pelle «da pilota» o bracciale in maglia mesh; questo crono prevede un quadrante «corsaiolo» e grintoso (nero, blu o sabbia con dettagli a contrasto e SuperLuminova su indici e lancette), protetto da vetro minerale, con indicazione periferica della scala tachimetrica, contatore delle 24 ore al 3 e datario a finestrella al 4/5. Nell'Eco-Drive Reserver, in acciaio da 43 mm, invece, Citizen punta su di una maggiore leggerezza e fluidità di linea e su di un approccio estetico più elegante, con cinturino in pelle testa di moro o bracciale compatto.

Delle quattro versioni, accattivante quella in acciaio IP nero con indici a rilievo color bronzo su fondo nero ligné al centro, sul quale è posizionata la riserva di carica al 7 e il datario al 3. Citizen Eco-Drive, è sufficiente una fonte luminosa, niente di più.

Commenti