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Luci spente a San Siro

Al posto della sfida scudetto tra Inter e Roma uno stadio vuoto che non si sa quando riaprirà. In attesa di istruzioni, impossibili anche le amichevoli

Le curve colme, gli sfottò irridenti, le mani ghiacciate pronte a scaldarsi per gli applausi alla prima giocata. San Siro avrebbe dovuto mostrarsi nella sua veste di gala per ospitare forse l’ultima partita decisiva di questo campionato, lo scontro al vertice Inter-Roma. San Siro invece è un’astronave deserta, incagliata in Piazza Axum a Milano.
L'adrenalina per l’ultimo ostacolo allo scudetto interista, la curiosità per il possibile ritorno del Fenomeno ad Ascoli, l'atmosfera frizzante che si respira in ogni squadra a pochi istanti dal fischio d’inizio: tutte sensazioni spazzate via dall'arido senso di smarrimento che lo scempio di Catania ha lasciato in eredità al calcio.
Orfani del campionato, allenatori, giocatori e società archiviano questo fine settimana di silenzio assordante e guardano avanti per mantenere forma e concentrazione in vista della ripresa. Se e quando si riprenderà.
La possibilità che il calcio si fermi per più di un turno rende complicato programmare l’attività. L'incertezza, per ora, regna sovrana e le squadre di serie A attendono date e decisioni certe. Tutti, nel frattempo, mantengono i tempi previsti. Mancini ha dato le giornate di ieri e di oggi di riposo e la squadra (esclusi i dieci nazionali impegnati nelle amichevoli) si radunerà ad Appiano Gentile domani. Lavoro più intenso a Milanello, dove sabato la rifinitura è stata sostituita da una seduta a tempo pieno e dove ieri le porte per la stampa sono rimaste chiuse. Appuntamento a domani anche per Roma, Lazio e Juventus.
Si procede come se domenica si giocasse, ma senza alcuna sicurezza in merito. Ogni alternativa sarà valutata solo a bocce ferme, quando il calcio conoscerà il suo destino prossimo. Se, come sembra, la sosta dovesse prolungarsi, gli staff tecnici sono pronti a prendere misure indispensabili per non perdere il «ritmo partita». La prassi è quella delle amichevoli, anche se la situazione è labirintica: se organizzarne all’estero è bollato come «soluzione impraticabile» da tutti, metterne in programma sul suolo nazionale è impossibile. Anche perché il blocco dell’attività sportiva lascia poco spazio di azione. L’opzione più percorribile sembra quella della partitella in famiglia con la Primavera. Se Spalletti è abituato a far disputare incontri tra selezioni miste di prima squadra e giovani, a Milanello neppure questa è un’alternativa scontata: il Torneo giovanile di Viareggio potrebbe infatti prendere il via mercoledì e in tal caso i rossoneri si troverebbero senza sparring-partner.
Unico dato positivo di questa desolante attesa che - se ancora non è snervante - rischia però di diventarlo, è il progressivo svuotarsi delle infermerie. Le pause, in questi casi, servono per recuperare gli eventuali infortunati. Il Milan avrà tempo di intensificare il programma di recupero di Ronaldo e in settimana avrà di nuovo disponibili Brocchi e Kaladze. Se invece lo stop dovesse essere più lungo, dovrebbe rientrare nei ranghi anche Inzaghi (ancora out Kalac, Serginho, Nesta e Dida). Dottori al lavoro anche a Bergamo, dove l’Atalanta recupera Doni e vede Christian Vieri tornare a correre.
E Inter-Roma? Se si fosse giocata ieri, non sarebbero stati della partita Andreolli e Aquilani, ma soprattutto Ibrahimovic e Mexes. Con la sosta, lo svedese - che domani verrà sottoposto a un nuovo esame per scongiurare problemi dopo il colpo alla testa subito contro la Sampdoria - recupererà in pieno; lo stopper giallorosso, invece, è stato convocato dal ct francese Domenech per l’amichevole contro l’Argentina, ma il suo utilizzo è ancora in dubbio. Quasi certo, comunque, il suo rientro per la ripresa del campionato, proprio a tentare di arginare Ibra.

Perché si riprenda nella maniera più spettacolare, con le prime due squadre in classifica a sfidarsi con tutte le loro armi migliori. Sfidarsi magari in un San Siro a porte chiuse, ma scintillante di calcio. Per vendicare con lo spettacolo più bello del mondo questo weekend muto, che ci sussurra di un pallone che si sta tristemente sgonfiando.

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