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Manovra, nuova ipotesi: vendere beni dello stato dalle caserme agli uffici

Al momento è solo una delle tante ipotesi: mettere in vendita una parte del patrimonio immobiliare dello Stato per raggranellare nuovi fondi per il provvedimento anticrisi

Manovra, nuova ipotesi: 
vendere beni dello stato 
dalle caserme agli uffici

Roma - L'ultima carta. Spunta una nuova ipotesi per mettere insieme i soldi necessari alla manovra anticrisi: mettere in vendita parte dell'immenso patrimonio immobiliare dello Stato. Sarebbe quella delle "dismissioni" una delle carte messe sul tavolo del governo: a partire dalle caserme per arrivare alla razionalizzazione degli uffici della pubblica amministrazione, sarebbero molti gli edifici potenzialmente "sforbiciabili". Secondo quanto si apprende da fonti della maggioranza il mezzo per fare queste operazioni potrebbe essere Fintecna, alla quale potrebbe essere trasferita una quota degli immobili in cambio di liquidità immediata. Il patrimonio dello Stato, compresi i beni degli enti locali, si aggira intorno ai 500 miliardi di euro, di cui sarebbe "potenzialmente disponibile", secondo non recentissime stime del Tesoro, il 40%.

Ipotesi al vaglio Si tratterebbe, secondo le indiscerzioni trapelate, di una misura da giocare come ultima carta e per questo ancora non ci sono ancora ipotesi di cifre concrete di questa eventuale operazione. Il grosso potrebbe riguardare le caserme: sarebbero un migliaio, di cui 400 già trasferite al Demanio. In molti casi si tratterebbe di aree edificabili e quindi con un elevato valore di mercato. Ci sarebbe poi tutta la partita degli uffici pubblici, considerato il progressivo restringimento degli apparati della P.A. e della possibilità di avere una sola ’regià, attraverso il cosiddetto "conduttore unico", in capo al Demanio. La partita potrebbe coinvolge anche gli immobili degli enti locali nell’ambito del federalismo.

Cicchitto al Giornale L'ipotesi era stata anticipata dal capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto che, in una lettera al Giornale, ha parlato di una "seria riflessione sulla tassazione di solidarietà, quoziente familiare, utilizzazione dello scudo fiscale, vendita di una quota di immobili statali, eliminazione del blocco delle liquidazioni dei dipendenti pubblici in caso di cattivo andamento di un ramo della pubblica amministrazione".

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