Meteo e clima

Ondate di caldo, ecco le differenze tra i 4 livelli di allerta

Variano da 0 a 3 i livelli di allerta per un'ondata di caldo: ecco cosa indica ognuno di loro e la spiegazione dell'esperto sui sistemi di termoregolazione del nostro organismo

Ondate di caldo, ecco le differenze tra i 4 livelli di allerta

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In questa prima fetta abbondante dell'estate sono stati milioni gli italiani che hanno sofferto il caldo dei vari anticicloni africani che si sono succeduti, con "Caronte" il più forte e persistente di tutti. A tal proposito sono stati numerosi gli avvisi del Ministero della Salute che, con i suoi bollettini quotidiani, ha indicato (e indica) le città più a rischio secondo una scala d'allerta che va da 0 a 3.

Ecco i 4 livelli di rischio

Sul sito del ministero si vede un bollino verde accanto al livello 0 che "rappresenta condizioni meteorologiche che non comportano un rischio per la salute della popolazione". Il giallo del livello 1, invece, indica una pre-allerta per "condizioni meteorologiche che possono precedere il verificarsi di un’ondata di calore". Man mano che l'ondata di calore si fa più intensa e seria, ecco che in base a determinati parametri di temperature e umidità il ministero emana il livello 2, arancione, che "indica condizioni meteorologiche che possono rappresentare un rischio per la salute, in particolare nei sottogruppi di popolazione più suscettibili". Infine, lo stato di massima allerta per la popolazione si raggiunge con il livello 3, rosso, che "indica condizioni di emergenza (ondata di calore) con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche".

Cos'è l'allerta caldo

Quando, come nel mese di luglio, il caldo africano si è fatto sentire con valori record al Sud e per più giorni, ecco che scatta l'allerta meteo per le ondate di calore che si verifica "quando si registrano temperature molto alte per più giorni consecutivi, spesso insieme a umidità elevata, forte irraggiamento solare e vento scarso. Per questi motivi esiste una temperatura-soglia generale oltre cui scatta l’allarme", ha spiegato al Corriere il prof. Nicola Montano, Ordinario di Medicina Interna all’Università degli Studi di Milano e direttore di Medicina Interna al Policlinico milanese. Come comportarsi, quindi? "Ai livelli 0 e 1 non si deve fare nulla di specifico, per i livelli 2 e 3 sono invece opportune precauzioni perché aumentano ricoveri e accessi al Pronto soccorso e la mortalità per tutte le cause cresce di circa il 20%, soprattutto nelle categorie fragili (ma al livello 3 i rischi salgono anche per le persone sane e attive)", ha sottolineato.

La temperatura limite per l'organismo

Come abbiamo visto sul Giornale.it, c'è una soglia media oltre la quale il nostro corpo non tollera più il caldo. L'esperto spiega che quando i valori termici superano i 40°C all'ombra "enzimi e proteine non funzionano più bene con ripercussioni su tutti i sistemi". Per questa ragione l'organismo si difende con tanti recettori su pelle, labbra e mani che fanno scattare "l'allarme" quando siamo a contatto con il clima afoso o torrido esterno attivando, ad esempio, il sudore.

"Se il sistema di termoregolazione dell’organismo fallisce, si ha uno stress termico e un colpo di calore".

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