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In mezzo alle nebbie delle Langhe va in scena la processione del bollito

Il buio e la nebbia donano alle colline di Langa - patrimonio dell'Unesco - un fascino particolare

In mezzo alle nebbie delle Langhe va in scena la processione del bollito

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Il buio e la nebbia donano alle colline di Langa - patrimonio dell'Unesco - un fascino particolare. La temperatura è di molto al di sotto dello zero e il paesaggio è a tratti illuminato dai fari delle automobili che si posano lenti sulla galaverna, il ghiaccio puro a forma di scheggia, che ricopre la campagna addormentata. Il silenzio è appena rotto dal rumore dei motori delle vetture che adagio si arrampicano lungo le curve che portano verso Carrù, il minuscolo paese della provincia di Cuneo che ha dato i natali a Luigi Einaudi, secondo presidente della Repubblica italiana. È la «processione del bollito» che da secoli si compie il secondo giovedì del mese di dicembre e si mette in moto molto prima del sorgere del sole per raggiungere la piazza principale del paese langarolo per rifocillarsi con una tazza di brodo bollente, trippe e un pezzo di bollito, composto come vuole la tradizione da sette pezzi diversi di carne. poi, appena sorge il sole, si va in piazza, ad ammirare i bovini migliori degli allevamenti piemontesi che danno vita alla «Fiera internazionale del Bue Grasso», unica nel suo genere in tutto il mondo. Una sorta di concorso di bellezza per i capi più pregiati, maestosi ed eleganti nel loro peso che supera il quintale, una vetrina di colori e di profumi che attira turisti, appassionati e intenditori. Tra le oltre 40mila persone che fanno colazione a vino, aglio e carne, si sentono accenti e dialetti provenienti da tutta Italia: dalla Liguria alla Sardegna, dalla Lombardia all'Abruzzo.

Ma lo spettacolo nello spettacolo si tiene in piazza, accanto alle star a quattro zampe, dove bambini e ragazzini scoprono esterrefatti che la mucca non vive in frigo o dentro qualche barattolo di plastica ma è un animale mastodontico e docile. E qui partono i selfie con il bue, il manzo e il ciarliero allevatore che aumenta il loro stupore svelandone il peso: «Lui si chiama Drago e pesa più di un quintale».

Il tempo che passa ha certamente cambiato il modo e anche i motivi di chi partecipa alla fiera in questo angolo sperduto, dove il monumento di Einaudi è a pochi passi dalla statua di una coppia di buoi che tira l'aratro, come vuole il pragmatismo che ha caratterizzato l'azione politica del grande statista e la capacità di fare impresa dei cuneesi.

«La nostra fiera - spiega il sindaco di Carrù Nicola Schellino - punta solo sul bue grasso e manzo, per una settantina di capi che sfilano davanti ad una giuria qualificata che premia il capo più bello e quello più

grande, assegnando le gualdrappe, ossia fasce decorate a mano, ogni anno diverse e che sono delle vere opere d'arte. Del resto la nostra più che una fiera è un teatro dove sfila un mondo fatto di antiche tradizioni contadine».

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