Economia

Michelin: «Italia sempre strategica»

Il numero uno del gruppo francese fa il punto sulle attività mondiali. Sono 6mila gli addetti nei 4 siti piemontesi

Piero Evangelisti

da Greenville (Usa)

Per commentare l’andamento del gruppo, Edouard Michelin, tuttora a capo di una società che, nel 2004, ha fatturato 15,7 miliardi, ha scelto la sede di Greenville (Carolina del Sud), dove il colosso francese dei pneumatici ha iniziato le attività Usa 30 anni fa. «I nostri attuali investimenti sono equamente divisi tra i mercati emergenti, come Cina e Brasile, dove vogliamo essere vicini ai luoghi di produzione di nuove vetture e, parallelamente, nel rafforzamento di reti produttive collaudate, che non saranno certo penalizzate, come nel caso dell’Italia, il primo Paese dopo la Francia dove Michelin ha iniziato a produrre pneumatici nel 1906, un secolo fa», ha sottolineato, tra l’altro, il giovane Michelin. Dei 127mila addetti che la casa del Bibendum conta nel mondo, oltre 6mila sono quelli impiegati nei siti produttivi italiani: a Cuneo e Torino per le gommature da automobili, a Fossano (Cuneo) per la realizzazione di cavi d’acciaio destinati alla carcassa della gomma e a cerchietti per i pneumatici radiali, ad Alessandria per le gomme destinate ai grandi camion.
È proprio il «terreno» dei grandi truck ad aver radunato in Sud Carolina un gruppo di giornalisti intorno a monsieur Michelin e al suo staff nordamericano (25mila addetti distribuiti in una ventina di fabbriche, incluse quelle dove si comincia a lavorare la materia prima), perché il pneumatico da camion, a differenza di quello per auto, genera ottimi margini, raggiungibili però soltanto attraverso la tecnologia e la qualità, senza mai perdere di vista, in un gigantesco Paese dove l’attenzione all’ecologia è altissima, l’impatto sull’ambiente: dai processi produttivi alle economie che l’uso di un pneumatico può consentire. Negli Usa i truck pesanti sulla strada sono alcune decine di milioni, e decisivo sarà ancora il gigante X-One, gomma che su una motrice è in grado di sostituire una coppia di gomme gemellate. È un elemento che non placa le apprensioni legate al futuro, in termini occupazionali e in terra americana, che Edouard Michelin ha cercato di mitigare ricordando che negli Stati Uniti l’età pensionabile è molto più variabile rispetto alle regole europee (dai 55 ai 65 anni, e oltre), e che gli «anziani» che nei prossimi 5-6 anni lasceranno il lavoro saranno i maestri delle future leve.
In Italia, comunque, il pneumatico X-One è ancora lontano, sia per le dimensioni degli autotreni pesanti sia per le normative che limitano i giganti della strada sulle nostre strade, ma l’economia di gestione che questa soluzione consente è «certificata» da un grande cliente di Michelin, la CFI di Joplin (Missouri), che possiede una flotta di 2.350 trattrici e 7mila rimorchi che percorrono mediamente, le prime, un milione di chilometri in tre anni. Diventa quindi decisivo il pneumatico «retreaded», ricostruito, sempre più diffuso anche in Italia, proposto sia alle grandi flotte, sia ai «padroncini».

Notevoli i risparmi di esercizio, che possono essere abbattuti del 15/20% in uno scenario che vede il costo del barile del petrolio in costante crescita.

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