Cronaca locale

A Milano mobile e design valgono il 50% del Pil

A Milano mobile e design valgono il 50% del Pil

Il 17 aprile si aprirà a Milano la 51edizione del salone del mobile. Milano e il salone del mobile o, meglio ancora, Milano e l'industrial Design, rappresentano per il made in Italy un binomio indissolubile ed internazionalmente riconosciuto.
A testimonianza ci sono i numeri dell'ultima edizione, quella del cinquantesimo salone, dove si è vista la presenza di più di 280 mila visitatori di cui 177 mila stranieri e la partecipazione di 154 paesi. Sono numeri che il mondo intero ci invidia. Il salone del mobile rappresenta però solo il momento più evidente di un processo produttivo e di creatività che dura tutto l'anno. Un processo produttivo che vede Milano e la sua Provincia impegnate a mantenere inalterata una leadership che a volte rischia di essere messa in discussione da paesi emergenti che vedono nell'area della creatività un possibile ambito per generare ricchezza. A Milano quasi il 50% del Pil è rappresentato dall'industria della creatività che comprende sia la moda sia l'industrial design. E se pensiamo che oggi il Pil di Milano e Provincia rappresenta circa il 9,5% di quello nazionale possiamo immediatamente comprendere quale sia la ricaduta economica sul nostro paese dell’industria della creatività. Ma come spesso accade nel nostro Paese quando qualche cosa è internazionalmente riconosciuta noi la sottovalutiamo. Accade per il turismo, per l’arte e, senza possibilità di essere smentito anche per moda e design. Immaginiamo sempre, noi italiani, che quel primato sia indiscutibile e quasi tramandato da generazioni così che non ci adoperiamo con alcuna attenzione alla salvaguardia di un bene che si è costruito nel tempo con la perizia, la passione e la volontà di persone che hanno saputo generare ricchezza per il nostro territorio. Ma se esiste qualche cosa di certo in questo momento di crisi economica, questo è la mancanza totale di rendite di posizione. Il mercato e la competizione globale rischiano di mettere fuori gioco le nostre industrie creative che, sempre di più si trovano di fronte a scelte dolorose; produrre in altri paesi o chiudere. Milano, da sempre considerata la locomotiva italiana, su questi temi può giocare un ruolo di straordinaria importanza. Sostenere oggi l’impresa della creatività significa facilitare innanzitutto chi intraprende (cosa apparentemente banale ma che con le regole esistenti oggi risulta essere pressoché impossibile); ma significa anche investire nel marketing territoriale che renda sempre più evidente il connubio tra il nostro territorio capace di generare persone creative e l’industria che investe nel talento. Milano e la sua Provincia dovrebbe diventare un distretto industriale capace di facilitare, con agevolazioni fiscali, sostegno economico ed economie di scala quel comparto produttivo che il mondo della creatività è capace di generare.
Pensiamo a quante aziende producono e commercializzano in cinquanta chilometri di raggio da Milano. Sono più di 2300 le aziende del mobile che gravitano tra la Provincia di Milano e quella di Como. Tutto questo rappresenta una straordinaria unicità. Ma troppo spesso viene sottovalutato, non nelle parole ma nei fatti. Così si rende necessario un vero e proprio cambio di passo per evitare di perdere un primato invidiato ma anche ambito da altre città.

Milano distretto della creatività significa credere che la nostra città, la città di Leonardo da Vinci, è ancora capace di investire anche risorse pubbliche nel mondo che produce talenti per il futuro.
Twitter: @terzigio

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