Cronaca locale

Getsèmani e Gl'innamorati

E al Teatro Litta la sonorità del linguaggio goldoniano si integra con la musica

Michela Traina

Teatro è anche progettualità, ricerca di nuove forme, rilettura mirata. Da questo punto di vista, «Getsèmani. Voi chi dite che io sia?» (Part 1: Lazarus Pièce + Magdalena Pièce), progetto di performance site-specific ideato da Antonio Syxty e prodotto da MTM Manifatture Teatrali Milanesi, in scena, dal 10 al 15 dicembre, a La Cavallerizza (corso Magenta, 24), è esemplificativo di quanto sopra. Il Getsèmani è un piccolo oliveto fuori Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, nel quale Gesù Cristo, secondo i Vangeli, si ritirò dopo l'ultima cena prima di essere tradito da Giuda. In che modo entra a far parte, un luogo così significativo per i cattolici, nella performance teatrale?

Lo spiega lo stesso Syxty: «Il Getsèmani a cui mi voglio riferire non è quello storico-geografico. Questo per evitare ogni velleità di rappresentazione. Mi sembra più interessante estendere il significato simbolico di un luogo così conosciuto. L'intenzione è quella di praticarlo su un piano che ha a che vedere con una condizione umana, la condizione in cui vogliamo metterci».

Del resto, Getsèmani fa parte di un progetto più ampio che l'autore, fin dagli anni '80, ha voluto allestire intorno alla figura di Gesù: «A distanza di molti anni - aggiunge - mi sono finalmente deciso a intraprendere un possibile cammino, trasformando il progetto in performance ambientale e visiva - relegando a me stesso e ai performer/attori - l'azione e il comportamento emotivo e relazionale, in una narrazione molto destrutturata, frammentata, rispetto alle idee e alle forme teatrali più convenzionali, che avevo molti anni fa, evitando così ogni forma di rappresentazione', e ogni fraintendimento evocativo».

Sempre di MTM è «Gli innamorati - Il musicarello», in scena, dal 17 dicembre al 19 gennaio, al Teatro Litta (il 31-12, spettacolo, musiche, brindisi, balli e oroscopo 2020). Diretto da Pietro De Pascalis, tratto dall'opera di Goldoni, lo spettacolo racconta le vicende di una piccola compagnia teatrale che si trova, suo malgrado, nella condizione di dover provare «Gli innamorati Il Musicarello» ogni settimana su un palcoscenico diverso: la povertà della produzione e la mancanza di ingaggi, obbliga gli attori ad adattare ogni volta le proprie interpretazioni su palcoscenici occupati dagli spettacoli ufficiali, nel giorno in cui gli stessi sono di riposo: il lunedì. Da due anni quest'avventura va avanti nelle platee vuote, mentre alle trame dell'opera si intrecciano, giocoforza, quelle della vita privata e quotidiana di ognuno: c'è Gianni, il giovane attore e assistente alla regia che si trova a dover risolvere le situazioni più disparate, inventandosi mille ruoli. Ci sono poi Eleonora e Beatrice, l'una attrice sempre relegata in ruoli minori e l'altra giovane promessa amata da tutti, ma soprattutto da Leonardo, attore di fiction e cavallo di punta della compagnia, dedito al corteggiamento sfrenato e agli eccessi in genere. A completare il panorama si trovano Ambrogio, nominato amministratore, che si trova spesso a combattere contro la minima spesa e la minima libertà sul testo e a scontrarsi con Carlo, regista che attraverso le canzoni vorrebbe portare innovazione e contemporaneità in un Teatro che altrimenti lui definisce «vecchio e paludato».

Mescolando il linguaggio goldoniano, con quello altrettanto potente della musica.

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