Cronaca locale

I cinquant'anni del Teatro Franco Parenti. "Guardarsi indietro per progettare il futuro"

Ai Bagni Misteriosi un memorial di tre giorni di spettacoli con trenta artisti

I cinquant'anni del Teatro Franco Parenti. "Guardarsi indietro per progettare il futuro"

La mezza età del teatro e la «grande età», sempre più frequente grazie ai progressi della medicina: sono i due poli sui quali il Parenti fa ruotare i festeggiamenti in memoria della fondazione, avvenuta nel 1972, con primo spettacolo, il 16 gennaio 1973, «L'Ambleto» di Giovanni Testori nella regia di Andrée Ruth Shammah, interpretato da Franco Parenti. Una triade di eccellenza, che amiamo pensare regni benevola sull'ex Salone Pierlombardo: ovviamente con Shammah, viva e più che vegeta, direttrice del teatro; e con l'attenta sorveglianza ultraterrena di Testori, mancato nel 1993, e Parenti, non più tra noi dal 1989. Il loro teatro ha un passato di grandi spettacoli e grandi trasformazioni, che hanno riqualificato l'intero quartiere, come il recupero dell'ex piscina Caimi, diventata i Bagni Misteriosi, in un battesimo metafisico, omaggio a De Chirico.

Ma il passato non bisogna osservarlo troppo, se non rammentando l'avviso di Nietzsche: «quando guardi a lungo nell'abisso, l'abisso ti guarda dentro». Volgersi indietro, insomma, serve a indagare le ragioni della contemporaneità, o meglio a guardare «Verso il futuro». È con questo titolo che ai Bagni Misteriosi (5-7 maggio) verrà celebrato il Parenti con un bombastico - direbbe Dagospia - spettacolo dedicato proprio a Shammah; spettacolo all'aria aperta, con mirabolanti sorprese, tratto da un testo di Armando Massarenti, drammaturgia e regia di Monica Maimone. Oltre trenta gli artisti coinvolti, con performance di danza aerea capaci di togliere il fiato: focus della messinscena lo scempio che l'uomo (guerra in Ucraina a parte) ha fatto del pianeta, casa comune.

Ci sarà una via d'uscita? Sarà possibile invertire la rotta, fermare il disastro? Come tante altre volte, al Parenti arrivano temi scottanti, per suscitare nelle coscienze domande profonde e pratiche virtuose.

A ben vedere, è guardare verso il futuro anche l'altra iniziativa in cartellone, dedicata alla Grande Età, modo per definire il tratto finale della nostra esistenza. Un periodo che potrebbe essere ricco di emozioni, pensiero, progetti, financo amore palpitante: non a caso Lidia Ravera ha inventato e dirige una collana di romanzi Harmony sul sentimento tra gli anziani. Salute permettendo, viene da dire (e infatti la rassegna ha come partner culturale la Fondazione Ravasi Garzanti, che ha la missione di migliorare la vita degli anziani). Tanti gli spettacoli, con nomi come Ivana Monti (già in scena, con «Una vita che sto qui»), Adriana Asti, Gioele Dix, Silvio Garattini, Dacia Maraini, Alain Platel, Charlotte Rampling, Enrico Rava, Chiara Saraceno, Luciana Savignano, Ornella Vanoni e altri. Sul sito del Parenti temi, gli orari e modalità di acquisto dei biglietti. Gioele Dix (26 maggio) ci porterà tra i patriarchi della Bibbia; in giugno Paolo Hendel e Marco Vicari andranno in scena con La giovinezza è sopravvalutata (Romain Gary lo pensava della morte); il 12 luglio, agli Arcimboldi, Charlotte Rampling (e il violoncello di Sonia Wieder-Atherton) mettono insieme Shakespeare e Bach per un progetto di alta suggestione poetica.

La Grande Età andrà avanti fino all'autunno, con Lezione d'amore (Adriana Asti diretta da Shammah) e Tango di luna, con Luciana Savignano: perché anche il pensiero triste che si balla - celebre e veritiera definizione della milonga - ravviva gli anni vicini al Grande Salto.

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