Cronaca locale

«Lo incitò a travolgere e uccidere Savarino» Complice di Nikolic indagato per omicidio

Stizanin era in auto con l'amico. Per i giudici da lui un «contributo causale»

«Lo incitò a travolgere e uccidere Savarino» Complice di Nikolic indagato per omicidio

Cristina Bassi

Incitò l'amico a continuare la marcia e a travolgere l'agente di polizia locale Niccolò Savarino. Poi aiutò il complice allora minorenne a disincagliare la bicicletta del vigile e a parcheggiare il suv che guidava in modo da nasconderlo tra le altre auto. Per questo Milos Stizanin, nomade nato in Serbia che oggi ha 25 anni, deve essere accusato di concorso in omicidio volontario e non solo di favoreggiamento come invece è stato nei processi fin qui celebrati contro di lui. Lo scrive la Corte d'appello nelle motivazioni della sentenza emessa il 31 maggio scorso.

Savarino venne travolto e ucciso in via Varè, alla Bovisa, il 12 gennaio del 2012. Alla guida dell'auto c'era Remi Nikolic, che all'epoca dei fatti aveva 17 anni, al suo fianco appunto Stizanin. Entrambi i ragazzi rom scapparono all'estero dopo il delitto e vennero arrestati solo più tardi. A carico di Stizanin la Procura ora aprirà un fascicolo per la nuova ipotesi di accusa. Il 25enne attualmente è irreperibile. Dopo la sentenza di primo grado è tornato in Serbia e probabilmente si trova ancora nel Paese di origine. Dalle indagini e dai processi, spiegano i giudici, emerge tra Nikolic e l'amico uno scambio di battute «di incitamento all'azione criminosa dalla quale derivava, dopo l'investimento, il protratto trascinamento del corpo del Savarino, con le modalità riferite, tale da produrre il rumore di ferraglia unitamente alle scintille date dallo sfregamento della bicicletta della vittima sull'asfalto». In particolare da parte di Stizanin ci fu una «sollecitazione attuata perché il conducente dell'autovettura proseguisse la marcia». Il «contributo causale nel complesso fornito» dal 25enne dunque ne fa ipotizzare la «corresponsabilità» nell'omicidio volontario.

La Corte d'appello, dopo un rinvio degli atti dalla Cassazione, ha annullato il verdetto con cui Stizanin nel 2014 era stato condannato a due anni e mezzo di carcere per favoreggiamento. Accogliendo la tesi del sostituto pg Sandro Celletti e delle parti civili, il Comune di Milano e la famiglia della vittima assistita dall'avvocato Gabriele Caputo, i giudici hanno quindi disposto la trasmissione degli atti ai pm per una nuova indagine e di conseguenza per un nuovo processo per l'accusa più grave. Per l'omicidio, Nikolic, che venne arrestato in Ungheria, è stato condannato a nove anni e otto mesi in via definitiva in seguito al processo al Tribunale per i minorenni. Un anno fa ha ottenuto l'affidamento in prova ai servizi sociali, dopo aver scontato cinque anni e mezzo di carcere al Beccaria.

Per il complice invece la Cassazione, nel novembre 2016, aveva disposto un Appello «bis».

Commenti