Cronaca locale

Perquisizioni in via Bolla. Tensioni, urla e minacce

Il blitz dopo la rissa di venerdì scorso. Trovati mazze, un bastone e un coltello, tre gli indagati

Perquisizioni in via Bolla. Tensioni, urla e minacce

Dall'alto, un elicottero del reparto di Malpensa; all'interno dei palazzi popolari, lungo le scale, dentro gli appartamenti, gli uomini del Reparto mobile della polizia, quelli della Polstrada e dei carabinieri; nelle strade attigue le pattuglie impegnate a bloccare le strade di accesso al Gallaratese.

Se il venerdì 17 di solito non è mai di buon auspicio, quello dei residenti di via Bolla è iniziato forse nel peggiore dei modi. Su delega dalla procuratrice aggiunta di Milano Laura Pedio e dalla pm Sara Arduini della Procura di Milano, ieri mattina il questore Giuseppe Petronzi ha inviato sul posto, nella periferia nord ovest di Milano, gli agenti per perquisire le abitazioni alla ricerca di mazze, bastoni e spranghe.

Tutta colpa della maxi rissa di una settimana prima. Quando in serata una sessantina di persone era scesa dagli stabili Aler (molti dei quali occupati abusivamente) in strada per darsela di santa ragione. Il caldo, l'afa, il degrado preesistente in una delle zone più emarginate della città, avranno avuto pure un ruolo. Marginale però. A fronteggiarsi in strada quella sera erano stati due gruppi contrapposti e animati da ruggini maturate negli ultimi mesi: italiani da una parte, dall'altra perlopiù bosniaci e alcuni romeni. I primi non sopportano più gli stranieri e non per questioni di abusivismo che da queste parti è un po' uno sport nazionale e quindi ben tollerato se non addirittura condiviso, bensì perché i bosniaci hanno abitudini di convivenza a dir poco primitive. E tra insulti, schiamazzi e sporcizia di ogni genere gli italiani non ce la fanno più. Sul posto erano intervenuti così i poliziotti in tenuta antisommossa e con i blindati, l'ordine pubblico era stato ristabilito. Quattro persone - tra cui un bimbo di due anni, «usato» da una bosniaca e lanciato addosso alle donne italiane sul piede di guerra - erano finite in ospedale anche se, fortunatamente, non si erano registrate situazioni gravi dal punto di vista sanitario. La sera successiva una vettura parcheggiata in strada era stata incendiata.

Nei giorni scorsi gli agenti della squadra mobile e del commissariato Bonola hanno individuato alcuni dei presunti autori delle violenze. I detective sono arrivati a loro - hanno fatto sapere da via Fatebenefratelli - attraverso l'analisi di un video che ha ripreso alcuni istanti della zuffa e a un video pubblicato sui social.

Ieri mattina quindi il blitz nelle adiacenze di via Bolla 40. Con otto perquisizioni in abitazioni e box e lo sgombero di sei appartamenti occupati abusivamente in tutto da 12 persone e poi riconsegnati ad Aler per le operazioni di messa in sicurezza. Gli agenti hanno trovato e sequestrato le armi (mazze, un bastone, ma anche un coltello a serramanico) ma anche vestiti indossati da diverse persone durante la zuffa e telefoni cellulari. In totale sono state accompagnate in questura nove persone, tutte di origine bosniaca e romena. Questi stranieri sono stati fotosegnalati all'ufficio immigrazione per verificare la loro posizione sul territorio nazionale e tre di loro sono stati denunciati una per detenzione abusiva di armi (coltello) e due per ricettazione. Nel bilancio finale ci sono anche due veicoli, sequestrati dalla Polstrada e dalla polizia Locale perché non assicurati.

Mentre gli agenti erano nei palazzi, è scoppiata una lite tra rom e, tra accuse e minacce, c'è stato il solito un rimpallo di accuse sulla colpa degli scontri che hanno portato all'intervento della polizia.

Le forze dell'ordine si sono schierate, ma a distanza, per monitorare la situazione.

Commenti