Cronaca locale

Raddoppiano i casi di vaiolo delle scimmie. E il Covid è "tornato" ma in forme non gravi

Monitorati (senza allarmismi) i due fronti. Timori per manifestazioni molto partecipate

Raddoppiano i casi di vaiolo delle scimmie. E il Covid è "tornato" ma in forme non gravi

Covid e vaiolo delle scimmie. Due infezioni molto diverse fra loro, ma entrambe guardate con attenzione delle strutture della sanità pubblica. Dopo due anni da incubo, con oltre 40mila decessi solo in Lombardia, il Coronavirus pareva sostanzialmente superato come emergenza sanitaria, pur restando presente in un gran numero di casi in Italia e in Europa. Negli ultimi giorni, un ulteriore e rapido aumento dei contagi ha suscitato una certa apprensione. In Lombardia, lunedì scorso sono risultati positivi 1.900 tamponi su 10.500; il giorno successivo quasi 10mila su oltre 44mila, con una percentuale di positivi in aumento sopra il 20%. Mercoledì, si è saliti al 22,6% con 9.301 positivi, giovedì la percentuale si è assestata sul 22,3% e ieri è tornata al 22,9% con 8.302 tamponi risultati positivi sui 36.117 effettuati.
Tuttavia, i dati delle ospedalizzazioni restano molto bassi. I ricoverati nelle terapie intensive della Lombardia sono appena 17 (con un calo di 1 ieri) e lunedì erano 16, per cui la situazione è stazionaria. I ricoverati in area medica a ieri sera erano 712, con un aumento di 13 dal giorno precedente, ma lunedì erano 590, poi passati a 638, poi a 675, e infine a 689. L'aumento quindi c'è, e pare costante, ma non si osservano gli scostamenti dei mesi scorsi. Anche nei prossimi giorni si prevede un certo aumento dei ricoveri, effetto di questo gran numero di nuovi contagi, ma non c'è un particolare allarme, anche perché grazie alla vaccinazione le forme gravi sono molto poche - per quanto sui grandi numeri possano crescere anch'esse.
«Il numero dei casi è tornato a salire oltre quota 50 mila e continuerà a farlo - ha spiegato ieri l'immunologo dell'Università Statale di Milano, Sergio Abrignani, facendo il punto sulla situazione epidemiologica ai microfoni di Timeline su SkyTg24 - ma c'è un fenomeno di sottostima importante: i casi effettivi sono almeno il doppio se non il triplo».
E dalla scheda sugli indicatori decisionali allegata al monitoraggio settimanale, emerge come siano 8 le Regioni italiane con incidenza tornata sopra quota 500. Fra queste, però, non c'è la Lombardia, anche se ci sono fra le altre l'Emilia Romagna, il Veneto e il Friuli Venezia-Giulia.
E, anche se resta assolutamente imparagonabile al Covid, una crescita si registra anche sul fronte del cosiddetto «vaiolo delle scimmie». Il 16 giugno, i casi in Lombardia erano 34 (21 «autoctoni» e 14 no). Il 22 giugno i casi erano passati a 64, di cui 36 autoctoni. Quasi un raddoppio in meno di una settimana, e con la preoccupazione di queste catene di casi «locali», non riconducibili insomma a contagi verificati in viaggi o vacanze all'estero. Un aumento simile, anzi maggiore (pari quasi al 120%) lo si riscontra anche a Milano, dove in meno di sei giorni si è passati da 21 casi a 46. E preoccupa che il 60% dei casi siano «autoctoni», cioè risultato di diffusione «locale».
Il vaiolo delle scimmie è una malattia infettiva rara che si diffonde tra gli animali, esseri umani compresi, causata dal virus del vaiolo delle scimmie, noto come MPXV. Appartiene al genere Orthopoxvirus, di cui fa parte anche il vaiolo. La malattia è endemica nei paesi dell'Africa occidentale e centrale, e le rare segnalazioni di casi al di fuori di tali regioni sono solitamente associate all'importazione da queste aree. A maggio 2022 è stato identificato il primo focolaio che coinvolgeva più paesi e attualmente ci sono circa 2.500 casi confermati in tutto il mondo (cifra aggiornata al 18 giugno).


Numeri e caratteristiche, come si vede, sono molto differenti da quelli dell'epidemia che ha segnato il mondo, però la previsione è che possano crescere ancora anche nella nostra realtà, ed eventi con la partecipazione di un gran numero di persone (manifestazioni politiche o sportive) potrebbero favorire questa diffusione.

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