Cronaca locale

Sicurezza, polizia sui bus. E il Comune si "fa bello"

La Prefettura manda agenti sui mezzi pubblici e Palazzo Marino prova a prendersi i meriti

Sicurezza, polizia sui bus. E il Comune si "fa bello"

È previsto per oggi dalle 13 alle 19 il servizio di prevenzione e controllo sulle linee di superficie stabilito dal Comitato per l'ordine e la sicurezza. «E'stata richiamata l'attenzione sulla sicurezza del personale e dei passeggeri nel sistema di trasporto pubblico. Dal confronto è emersa la necessità di favorire il miglior coordinamento possibile tra gli operatori del trasporto pubblico e le forze dell'ordine, affinché possa esserci pronta informazione di eventi critici o di fatti reato- si legge nella nota diffusa da palazzo Diotti - la Quyestura curerà dei tavoli tecnici con Atm per verificare al meglio come attivare l'attività di intervento in relazione alle tratte e agli orari maggiormente esposti a rischio di eventi critici».

Ecco quindi che sono previsti controlli a campione, in questo caso sulla linea della 90/91, durante il giorno due volte alla settimana. La linea del filobus che corre lungo la circonvallazione esterna, come noto, è stata individuata perchè teatro frequente di aggressioni a utenti o conducenti che hanno spesso coinvolto i passeggeri provocando problematiche di ordine pubblico. Due uomini in divisa viaggiano sul bus, oltre come deterrente per eventuali reati, con la funzione di accrescere la percezione della sicurezza dei milanesi sui mezzi, uno di tasti dolenti della città, e di controllare a campione i documenti. Un compito che viene contestato dagli stessi agenti per diversi motivi: innanzitutto si tratta di un servizio potenzialmente pericoloso sia per gli agenti che per i passeggeri. Non potendo usare taser nè pistola o manganello, in caso di colluttazione, i poliziotti sarebbero costretti ad usare le mani, oltre al fatto che svolgere controlli a bordo può provocare problemi all'incolumità dei passeggeri che viaggiano sullo stesso convoglio del fermato. «Questo tipo di controlli - spiega Mauro Guaetta, segretario provinciale generale del Coisp - andrebbero fatti alle fermate, garantendo la sicurezza dei cittadini e una maggiore possibilità di movimento per gli agenti». Ma il fulcro della polemica riguarda il fatto che si impiegano agenti di polizia per fare servizi di ordine pubblico su mezzi privati: sono mezzi che effettuano un servizio pubblico, certo, ma non sono di proprietà dello stato. «Così come Autostrade o Trenitalia pagano di tasca propria le indennità ai poliziotti che effettuano servizi speciali come la vigilanza stradale o scorta di lunga percorrenza, dal momento che si tratta di società private, non si capisce perchè nel caso di Milano non debbano pagare Atm o il Comune stesso. Il sindaco Beppe Sala si fa bello paventando un potenziamento della sicurezza sui mezzi pubblici senza spendere un euro. Perchè non usa i suoi vigili? O le guardie giurate?». Stesso discorso per la Polmetro: la divisione di polizia che presta servizio in metrò rappresenta un'eccezione nel paese. Esiste infatti solo a Milano.

«Questi servizi andrebbero coperti dai vigili o dalle guardie giurate, e non dagli agenti - continua Guaetta -: di nuovo con i soldi degli italiani si paga un servizio per Milano, sguarnendo allo stesso tempo la città. I circa 40 agenti della Polmetro potrebbero infatti formare una quindicina di pattuglie in più per strada».

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