Cronaca locale

La Terra Inquieta, quando l'arte parla di rifugiati

Un viaggio attraverso la migrazione e come ha cambiato la storia contemporanea

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Il pittore Paul Klee disse sull'arte: «Non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è». È proprio questo il caso della mostra La Terra Inquieta, un'apologia visiva alla quotidianità degli invisibili, dei migranti, dei rifugiati. Un esercizio di empatia e comprensione dei primi verso gli ultimi. In un mondo sempre più globalizzato e sempre meno disposto a dialogare, questa mostra è un faro nella notte dei pregiudizi, una preghiera a più lingue fatta dai figli di culture diverse.

L'esposizione è stata ideata e curata dal critico d'arte Massimiliano Gioni in collaborazione con la Fondazione Nicola Trussardi e La Triennale di Milano, che ospiterà l'esposizione fino alla prossima domenica 20 agosto. La misson della mostra, perfettamente raggiunta, è quella di condurre il visitatore in un viaggio attraverso le trasformazioni che in maniera irreversibile hanno influenzato lo scenario globale e la storia contemporanea. Un d'après all'immigrazione e alla crisi dei rifugiati, attraverso le opere di più di 65 artisti proveniente da tutto il globo: dal Bangladesh all'Iraq, dalla Siria alla Turchia. La Terra Inquieta dimostra come l'essere umano abbia un solo volto e una sola dignità e come l'arte sappia essere il più universale dei linguaggi e il più forte dei veicolatori di idee.

Il titolo della mostra viene preso in prestito da una raccolta di poesie dello scrittore caraibico, discendente degli schiavi, Edouard Glissan, nonché una delle penne più interessanti della letteratura post coloniale. Sotto l'aura di questo imponente titolo va in scena uno splendido spettacolo di umanità, che con le sue installazioni, video, immagini di reportage, materiali storici e oggetti di cultura materiale «occupa» lo splendido palazzo della Triennale dalla galleria al piano terra fino al piano superiore in un florilegio di narrazioni e tensioni.

La critica e i visitatori hanno espresso pareri concordi sulla forza evocativa della mostra, così toccante da far sentire l'osservatore sopraffatto e inerme nel dialogo con la potenza dell'arte e della vita. La Terra Inquieta fa parte del programma del settore Arti visive promosso dalla Triennale e diretto da Edoardo Bonaspetti, una fotografia dei nostri tempi dai conflitti in Siria allo stato di emergenza di Lampedusa. Volti di profughi, nomadi, apolidi ma sopratutto volti di uomini che sanno raccontarci molto su ciò che siamo, fratelli.

(Terra Inquieta in mostra fino al 20 agosto. Orario di apertura: dalle 10.30 alle 20.30 dal martedì alla domenica.

Prezzi: intero 8 euro, ridotto 6,5 euro. Palazzo della Triennale, Viale Alemagna, 6)

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