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Minacce al premier, Maroni: "Chiudere il sito"

Il sito che contiene le minacce di morte contro Silvio Berlusconi verrà chiuso e quanti vi hanno partecipato verranno denunciati all’autorità giudiziaria. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni: "C'è apologia di reato"

Minacce al premier, Maroni: "Chiudere il sito"

Roma - Giro di vite contro le minacce al premier. "Abbiamo disposto che il sito contenente minacce al premier apparso su Facebook venga chiuso e denunciati quelli che sono intervenuti". Lo ha detto il ministro dell’interno, Roberto Maroni, all’Aquila. C’è, ha aggiunto "massima attenzione da parte delle forze dell’ordine per questi fatti". "Non credo - ha spiegato il ministro - che esista un paese al mondo dove qualcuno può scrivere su un sito "uccidiamo il premier". È apologia di reato, anzi peggio".

"Rischio che mettano in atto le minacce" Il ministro dell’Interno ha sottolineato che se passa il principio che si possono scrivere impunemente minacce contro il premier "c’è il rischio che qualcuno possa metterlo in atto". "Non mi capacito - ha detto ancora - che qualcuno possa ipotizzare l’omicidio del premier. È il frutto di un’azione quotidiana e capillare di denigrazione del presidente del Consiglio e non solo che viene fatta da tempo e che può portare qualche mente malata ad ipotizzare azioni di questo tipo. Bisogna smettere con l’atteggiamento di demonizzazione dell’avversario politico".

Pd: "Non solo il premier nel mirino" Sulla vicenda è intervenuto anche il Pd, sostenendo che non solo il premier è nel mirino di Facebook. Sarebbero circa 180, secondo quanto segnala il comitato Franceschini, i gruppi sul social network che se la prendono con il segretario del Pd o altri big del partito.

Nella sua pagina del social network, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, condanna le minacce contro Berlusconi e mette in guardia da un pericoloso ritorno agli anni ’70, ’un decennio di violenze e di delitti iniziati proprio con la violenza delle parole, trasformatasi poi tragicamente in violenza delle armì.

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