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Gli scheletri nell'armadio della paladina di sinistra

Srour è la prima musulmana essere nominata capitano nel dipartimento di polizia di New York. Lo scorso giugno fu protagonista di uno scandalo sollevato dal New York Post

Gli scheletri nell'armadio della paladina di sinistra

Per il Nypd si tratta di una svolta storica. Si chiama Filastine Srour, ha 38 anni, ed è la prima donna musulmana a essere nominata capitano nel dipartimento di polizia di New York. Nata nel Bronx e appassionata sin da giovanissima della lotta contro il crimine, Srour è fiera delle sue origini palestinesi: la sua famiglia proveniene infatti dal villaggio dio Beit Nuba che si trova a metà strada tra Gerusalemme e al-Ramla, abbandonato dopo la guerra del 1948. Laurea in criminologia e un master in psicologia forense, Srour, secondo gli attivisti locali, ha svolto un ruolo importante nella promozione della questione palestinese a New York.

Sotto l'amministrazione Biden non sono poche le figure di arabo-americane che hanno ottenuto nomine di spicco. All'inizio di quest'anno, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha nominato il palestinese-americano Maher Bitar direttore senior per i programmi di intelligence presso il Consiglio di sicurezza nazionale e una donna giordano-americana, Dana Shubat, come suo consigliere senior per gli affari legali che è andata ad affiancare Reema Dodin, altra palestinese-americana assistente di lunga data Capitol Hill, a sua volta nominata vicedirettore dell'Ufficio per gli affari legislativi della Casa Bianca alla fine di novembre.

Quando si rifiutò di aiutare la collega vittima di abusi

Sul passato della neo-capitana, tuttavia, ci sono anche delle ombre. Lo scorso giugno, dunque prima della sua nomina, il New York Post ha rivelato uno scandalo di abusi sessuali che ha non poco imbarazzato il dipartimento di polizia della Grande mela e che riguarda da vicino anche il neo-capitano Filastine Srour. La storia è questa: un ex poliziotta del Dipartimento ha confesso di essere stata ripetutamente violentata, sodomizzata e bullizzata da un gruppo di agenti nel corso di cinque anni ma quando ha provato a far scoppiare il caso, si è trovata contro il classico muro di omertà. Il suo nome è Maria Mendez, che ha lasciato il Dipartimento nel 2019 dopo aver servito il 32esimo distretto per 14 anni. Mendez, in grave crisi d'ansia e di depressione, ha affermato che la quantità "incalcolabile" di stupri che ha subito è stata così grave che ha sofferto "deformità fisiche alla vagina e all'ano che richiedono un intervento chirurgico". Mendez afferma inoltre di essere stata costretta a comprare droga dal vigile del fuoco dell'Fdny Evan Santana, che l'ha anche violentata, dopo aver ottenuto oppioidi e altri prodotti di contrabbando.

Una storia terribile, ma cosa c'entra Filastine Srour? Ebbene, sempre secondo la ricostruzione del giornale newyorkese e secondo quanto riporta la causa presentata da Mendez, quando la vittima si sarebbe confindata con l'allora tenente Srour e le avrebbe raccontato dei continui stupri e abusi che stava subendo, la donna di origini palestinesi non solo non avrebbe preso provvedimenti nei confronti degli agenti come supervisore ma avrebbe definito Mendez una "puttana", minacciandola di agire contro di lei se non avesse smesso di accusare i suoi colleghi. Secondo la causa intentata da Mendez, ci sarebbero inoltre dei video delle violenze condivisi in tutto il dipartimento in una chat di gruppo: gli ufficiali di alto rango come il vice capo Michael Baker e il capitano Neil Zuber avrebbero visionato il contenuto ma non avrebbero fatto nulla al riguardo.

Chissà se Mendez riuscirà mai a farsi giustizia o un giudice deciderà di acclarare quanto è effettivamente accaduto.

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