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Pakistan, già liberi i talebani che cercarono di uccidere Malala

Otto su dieci sono stati scarcerati dopo la sentenza. La giovane premio Nobel fu aggredita mentre era in viaggio sul bus scolastico

Pakistan, già liberi i talebani che cercarono di uccidere Malala

In galera sono rimasti soltanto in due. Non basta un premio Nobel per avere giustizia e Malala Yousafzai l'ha scoperto a sue spese. Otto dei dieci talebani che erano stati condannati per avere tentato di ucciderla sono già stati liberati in Pakistan.

Due persone sono in cella, e ci rimarranno per venticinque anni. Gli altri, sostiene un rapporto appena pubblicato, in carcere non ci sono già più. Sarebbero stati liberati "in silenzio, per evitare il clamore mediatico", ha rivelato una fonte al Daily Mirror, dicendo pure che il processo ai talebani "non aveva nessuna credibilità, nessuno era lì ad assistere".

L'aggressione a Malala era avvenuta mentre la ragazza viaggiava in autobus verso la sua scuola. La ragazza era stata presa di mira dopo avere iniziato a lavorare come attivista per l'istruzione delle donne pakistane. Il gruppo armato le aveva sparato alla testa e data per morta.

Secondo le fonti pakistane citate dalla stampa, il processo organizzato in Pakistan

non era altro che un modo per dare un "contentino" all'opinione pubblica internazionale, che voleva una condanna per gli aggressori. "Che fossero coinvolti o meno nella sparatoria, al pubblico hanno raccontato una bugia".

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