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Il "mattone rosso", così costruiremo su Marte

L'Università della California sta studiando il modo di ricavare mattoni dalla superficie di Marte in vista della spedizione umana prevista nel 2033

Il "mattone rosso", così costruiremo su Marte

Il sogno di conquistare Marte è l’obiettivo principale di tantissimi scienziati. Che però devono rispondere anche (e forse soprattutto) alle esigenze più banali, quelle che però fanno la differenza e consentiranno all’uomo, davvero, di mettere piede sul pianeta rosso.

In vista di quell’obiettivo, che l’amministrazione Usa vorrebbe centrare entro il 2033, rimbalza dalla California un’idea che, forse, potrebbe rappresentare letteralmente il mattone decisivo della conquista umana di Marte.

Una volta sbarcati sul pianeta, infatti, i “pionieri” dovranno prima o poi stabilire degli insediamenti, metter su delle costruzioni in cui cercare riparo e allestire delle basi locali, magari permanenti. A come farlo, ci sta pensando l’Università della California che ha messo appunto una tecnica che potrebbe servire a ricavare i mattoni, senza forni e nelle condizioni di pressione e gravità presenti su Marte.

La tecnica escogitata dagli studiosi californiani si basa su due fasi. La prima sta nel riempire di terra marziana dei contenitori apposti, di materiale flessibile. Una volta fatto, si passa alla fase due che prevede il “compattamento” alla giusta pressione. Nessun problema, dunque, di materia prima, tutta reperibile in loco.

Secondo gli studi, come riportati dal Mail, la pressione necessaria a fabbricare i mattoni è la stessa che produce, sulla Terra, un martello di 4,5 chilogrammi lasciato cadere al suolo dall’altezza di un metro. I primi esperimenti avrebbero dato esito positivo.

La chiave della credibiltà di questo progetto starebbe, secondo gli scienziati, nella peculiarità del suolo marziano.

La presenza di ossido di ferro (che è la sostanza che dona al pianeta il colore rosso) oltre ad aiutare a legare insieme le particelle “compresse” garantirebbe la produzione di un materiale che, potenzialmente, è più resistente addirittura del cemento armato.

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