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La protesta dei profughi siriani che vogliono lasciare l'Uruguay

Arrivati nel Paese sudamericano un anno fa, un gruppo di profughi ha protestato chiedendo di tornare in Medio Oriente: "I soldi che ci date non bastano..."

La protesta dei profughi siriani che vogliono lasciare l'Uruguay

Mentre il Venezuela di Maduro si dice pronto ad ospitare 20mila siriani, c'è un gruppo di rifugiati che vuole lasciare il Sudamerica. Si tratta di 120 profughi ospitati in Uruguay. Lunedì sono scesi in piazza davanti al palazzo presidenziale a Montevideo chiedendo di poter lasciare il Paese per fare ritorno in Medio Oriente.

I profughi sono arrivati in Uruguay nell'autunno del 2014, in seguito ad un progetto di cooperazione con il Libano. Al loro arrivo sono stati sistemati in un centro di accoglienza e supportati con uno stipendio mensile. Il governo ha in oltre dato loro accesso al servizio sanitario nazionale e alle scuole per i bambini.

L'impulso della proposta è arrivato perché non possono viaggiare in libertà. Le autorità uruguaiane hanno fornito a tutti i rifugiati documenti validi per muoversi all'estero, ma molti paesi non li riconoscono. In agosto una delle famiglie ha provato a raggiungere la Serbia ma è stata trattenuta 23 giorni all'areoporto di Istambul finchè non è stata costretta a rientrare in Sudamerica.

Molti di loro si lamentano che i 380 dollari mensili non sono sufficienti a condurre una vita dignitosa: "Ci hanno detto un sacco di cose che non si sono mai avverate" spiega Ibrahim Ashebli, uno dei rifugiati, "Ci hanno detto che il Paese è economico, ma non lo è. I soldi non bastano e qui non c'è lavoro".

Javier Miranda, capo dell'Uruguay's Human Rights Secretariat, ha

detto che le autorità "capiscono la protesta, ma lasciare il Paese è difficile" i documenti rilasciati da Montevideo sono validi ma, conclude, "non obbligano i Paesi terzi ad accettare i rifugiati"

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