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"L'Iran contro il velo e noi in balia della Sharia": il paradosso delle scuole francesi

Affondo di Le Figaro a pochi giorni dall'anniversario dell'uccisione di Samuel Paty: "La scuola francese continua a essere sotto minaccia islamica"

"L'Iran contro il velo e noi in balia della Sharia": il paradosso delle scuole francesi

Fra due giorni in Francia è un anniversario importante. Il 16 ottobre infatti, a nord di Parigi veniva decapitato Samuel Paty. Un professore che alcuni giorni prima aveva mostrato delle vignette su Maometto durante una lezione in classe sulla libertà di espressione.

Una ragazzina di 13 anni ha raccontato al padre di essere stata allontanata dall'aula in quel momento. Il genitore, a sua volta, un musulmano vicino ad ambienti radicali, ha aizzato la polemica sui social. E due anni fa per l'appunto un terrorista ceceno, Abdoullakh Anzorov, lo ha brutalmente decapitato a Conflans-Sainte-Honorine.

Una lezione non imparata?

A ricordare quell'evento oggi è stato il quotidiano Le Figaro. E, nel farlo, ha parlato di una scuola francese oggi ostaggio dell'islamismo. In un articolo dedicato a quella vicenda, è stato sottolineato come la morte di Samuel Paty ha posto l'accento su una crescente pressione dei gruppi dell'Islam radicale sulla società francese e sul mondo dell'insegnamento.

Nelle scuole, secondo Le Figaro, sta crescendo il numero delle alunne che indossano il velo o che ostentano simboli di appartenenza all'Islam. Un elemento visto con sospetto dal quotidiano. Così come dalle varie associazioni francesi che negli ultimi anni hanno posto l'accento sulla crescita delle simpatie, specie tra i francesi musulmani di seconda o terza generazione, per le idee più radicali. Crescita poi che si esprime soprattutto nelle scuole e quindi, più in generale, nel mondo dell'insegnamento.

Il tutto, ha sottolineato Le Figaro, ponendosi in contrasto con le idee laiche repubblicane. "In un momento in cui le giovani donne iraniane si fanno uccidere per abbassare il velo – si legge sul quotidiano – e riconquistare la loro libertà, il Paese della laicità trema ancora davanti a quei nemici della Repubblica che sono i guardiani della Sharia e i loro devoti agenti”.

Simbolo di una scuola piegata all'Islam radicale sarebbe la scelta di non intitolare la scuola dove insegnava Samuel Paty allo stesso processore ucciso.“Si tratta – scrive ancora Le Figaro – di una vergogna da parte del ministero dell'istruzione”.

Una questione esistenziale

Non solo un affare politico, bensì principalmente sociale. La questione relativa alla diffusione dell'islamismo nella società francese ha a che fare con la tenuta stessa delle istituzioni repubblicane e con l'identità di Paese laico. E ha ovviamente risvolti relativi alla convivenza tra i cittadini francesi.

Gli attentati terroristici del 2015 e l'attacco a Nizza del 2016, nonché i vari episodi come quello riguardante Samuel Paty, hanno acceso in modo importante il dibattito sull'islamismo e su come contenere la diffusione di idee radicali all'interno della comunità musulmana.

Nel luglio 2021 il presidente francese Emmanuel Macron, dando attuazione al suo discorso pronunciato in merito il 2 ottobre 2016 (due settimane prima l'omicidio di Samuel Paty), si è visto approvare la sua cosiddetta “legge sul separatismo”. Un testo in cui, tra le altre cose, si chiede maggiore trasparenza alle associazioni e agli enti religiosi, nonché un più rigido controllo sui testi e sui discorsi proclamati nei luoghi di culto.

Obiettivo della legge è quello di evitare una "separazione" tra la comunità musulmana e gli ideali che tengono in piedi la vita repubblicana. Il documento ha diviso e non poco. I sostenitori lo hanno visto come un primo necessario passo, i detrattori invece come una limitazione alla libertà religiosa capace di acuire le tensioni.

Ad ogni modo, il tema dell'islamismo è ancora più che mai attuale.

L'anniversario dell'uccisione di Samuel Paty non mancherà di sottolineare le divisioni e i paradossi insiti nella Francia di oggi.

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