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Usa, il caso della famiglia fatta scendere da un aereo perché puzzava

American Airlines si è finora difesa affermando che la scelta di fare scendere quella famiglia dall’aereo non era affatto una discriminazione

Usa, il caso della famiglia fatta scendere da un aereo perché puzzava

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La disavventura capitata lo scorso gennaio a una famiglia americana, fatta scendere da un aereo a causa dell’odore dei loro corpi, sta producendo in questi giorni conseguenze giudiziarie.

La vicenda è stata ricostruita ultimamente dalla Bbc e ha come protagonisti Yehuda Yosef Adler, sua moglie Jenny e la loro figlioletta, tutti residenti nel Michigan.

Questi hanno infatti dovuto subire l’umiliazione di essere evacuati da un aereo dell’American Airlines perché “puzzavano”.

In base alla testimonianza delle vittime dello spiacevole episodio raccolta dal network, il personale di servizio su quel volo, in partenza da Miami e diretto a Detroit, avrebbe appunto esortato gli Adler ad abbandonare i loro posti, su cui erano seduti da neanche cinque minuti, poiché vi era allora un’“emergenza in corso”.

Una volta fatti scendere dal velivolo i tre passeggeri indesiderati e accompagnati a un gate d’imbarco dell’aeroporto di Miami, gli addetti della compagnia avrebbero risposto alle proteste del capo-famiglia affermando che l’evacuazione incriminata sarebbe stata sollecitata dal pilota in persona e dettata dal “cattivo odore” emanato dei tre passeggeri.

Uno dei rappresentanti dell’American Airlines, prosegue la ricostruzione messa a punto dell’emittente londinese, avrebbe quindi fatto commenti diffamatori verso gli Adler, attribuendo la loro puzza al loro essere ebrei ortodossi. Gli aderenti a tale ramo tradizionalista del credo israelita, avrebbe esternato in quel frangente l’impiegato, avrebbero infatti l’abitudine di “lavarsi solo una volta a settimana”.

Le vittime della disavvenuta avrebbero reagito alle controverse dichiarazioni dello staff di American Airlines pregando gli addetti al gate di “provare se emanavano veramente un cattivo odore”. Gli Adler, rimarca sempre la Bbc, avrebbero poi chiesto a circa una ventina di persone allora in transito nell’aeroporto di testare se i primi puzzavano davvero, ma nessuna di queste avrebbe avvertito odori sgradevoli promanare dai vestiti o dalla pelle dei tre cittadini del Michigan.

Questi ultimi avrebbero concluso la spiacevole giornata in una stanza d’albergo messa a disposizione dalla compagnia aerea, che ha anche pagato loro il servizio-pasti e il volo che, la mattina dopo, li ha fatti tornare a Detroit.

Gli Adler hanno però subito lamentato il fatto che non era stato loro permesso di recuperare i propri bagagli rimasti sul velivolo da cui erano stati fatti scendere in precedenza per colpa della “puzza”.

Il presunto atteggiamento discriminatorio di American Airlines è stato alla fine denunciato di recente dal capo-famiglia, fa sapere l’organo di informazione d’Oltremanica, presso una Corte texana.

Il signor Adler ha infatti citato in giudizio l’azienda accusandola di “oltraggio”, “violenza morale” e “discriminazione fondata su motivi religiosi”.

La società ha immediatamente ribattuto le contestazioni della presunta vittima di maltrattamenti negando, riferisce il network citando un comunicato della medesima compagnia, che i tre cittadini del Michigan sarebbero stati esortati a scendere dall’aereo per ragioni legate alla loro fede.

La nota di American Airlines prosegue rilanciando la versione secondo cui, su quel volo in partenza da Miami, gli Adler “puzzavano” e il loro forte odore avrebbe allora causato le lamentele di diversi passeggeri, delle hostess e degli steward.

La scelta di condurre via dal velivolo la famiglia in questione sarebbe stata presa dai rappresentanti dell’azienda al solo fine di tutelare il “benessere” delle altre persone a bordo.

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