Cronaca locale

Cappio al collo contro De Magistris: "Così ci prende in giro da febbraio"

Protesta a Napoli degli operai ex Cub. In 240 attendono di essere stabilizzati in Asìa ma da febbraio nessuna risposta. Un lavoratore con il cappio al collo per incontrare De Magistris

Cappio al collo contro De Magistris: "Così ci prende in giro da febbraio"

È salito su una panchina, ha legato una corda a un albero e si è messo il cappio al collo. “Voglio parlare con De Magistris”, ha urlato dal megafono. In un’Italia appena ripartita dopo 2 mesi di chiusura imposti dalla pandemia da Covid-19, a Napoli un gruppo di operai si è presentato ieri davanti al palazzo municipale per chiedere la stabilizzazione lavorativa che attende da più di un anno. Alla manifestazione di protesta ha partecipato una parte dei 240 ex cub, dipendenti del Consorzio Unico di Bacino di Napoli e Caserta, che ad agosto del 2018 erano stati ricollocati in Asìa, la società partecipata del Comune di Napoli che si occupa della raccolta dei rifiuti urbani. Il piano di lavoro in cui erano stati inseriti aveva una durata di 18 mesi. Ma dalla scadenza attendono risposte certe sul loro futuro. “Stiamo lavorando – raccontano – ma il nostro progetto è scaduto a febbraio scorso”. Lavorano, nonostante il piano sia terminato, e continuano a percepire lo stipendio.

Giovanni D’Errico mostra la sua ultima busta paga. Il reddito è di 1200 euro al mese. “Ma solo perché io faccio turni di notte. Noi lavoriamo come gli altri, ma ci hanno inquadrato al livello contrattuale più basso, nonostante i 20 anni di lavoro alle spalle”. Giovanni quella busta paga l’ha alzata nella piazza in cui ha minacciato l’impiccagione e l’ha strappata. Nel suo gesto estremo che puntava ad attirare l’attenzione delle istituzioni ha dato 10 minuti di tempo, poi si è strappato gli abiti che indossava e in mutande ha urlato le condizioni di incertezza in cui sono costretti a lavorare lui e i suoi colleghi. “La Regione Campania ha versato soldi al Comune di Napoli per questo progetto e tra di noi c’è chi ancora non ha fatto nemmeno un giorno di lavoro in Asìa”, ha affermato. “Il sindaco va solo scappando – poi racconta - L’Asìa deve prendere provvedimenti. Ci rifiutano gli incontri, dopo numerosi solleciti, per parlare dell’impegno di assumerci che per ora non hanno rispettato”.

Gli ex Cub impiegati in Asìa chiedono di essere assunti, così come era previsto, e invocano chiarezza sui fondi incassati dal Comune di Napoli per il loro inserimento lavorativo. A recepire le loro rimostranze in piazza Municipio è arrivato l’assessore comunale Raffaele Del Giudice. “Il progetto lo sta seguendo l’Asìa – ha precisato Del Giudice – So che si doveva andare all’Itl (l’ispettorato del lavoro, ndr), a firmare, ma Itl più di 5 persone a seduta, con 3 sedute a settimana, non ne può accogliere. Adesso stiamo aspettando che aprano e ci deve sapere se può aumentare in sicurezza il numero delle persone. Dobbiamo aspettare”. “Dispiace questa manifestazione”, ha invece dichiarato la presidente di Asìa, Maria De Marco, a Fanpage: “Abbiamo incontrato i cub giovedì mattina e avevamo dato a tutti totale rassicurazione. Stiamo aspettando che riapra l'Ispettorato nazionale del lavoro (Itl) per poterli assumere finalmente. Adesso abbiamo già le date per fare i verbali di conciliazione.

Protestare così è triste e scorretto”.

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