Cronaca locale

Buste paga gonfiate in cambio di denaro, truffa all'Asl: 21 indagati

Tre dipendenti si occupavano di manipolare il software degli statini, facendo percepire bonus non dovuti ad alcuni lavoratori

Buste paga gonfiate in cambio di denaro, truffa all'Asl: 21 indagati

Un inganno, che avrebbe fruttato ai beneficiari del raggiro ben 340mila euro, vede coinvolte tre persone, le quali, dietro lauto compenso, organizzavano la truffa ai danni di un ente pubblico. La vicenda è stata scoperta a Napoli, dove puntualmente venivano inserite voci retributive false nel programma al computer delle buste paga dei dipendenti dell’Asl 1. Stipendi più alti, quindi, a chi non ne aveva diritto attraverso procedure illegali effettuate sottobanco. La procura della Repubblica della città partenopea sta indagando su ventuno persone accusate di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e truffa aggravata.

Tre dipendenti, in particolare, si occupavano di manipolare il software degli statini paga, facendo percepire bonus non dovuti ad alcuni lavoratori che si sdebitavano a loro volta pagando una quota ai “manovratori”. Un giro illecito clandestino difficile da scoprire, ma che è venuto a galla grazie al lavoro certosino dei carabinieri del Nas. Per ogni beneficiario venivano aggiunti in busta paga emolumenti dai 3mila euro ai 30mila euro. I tre registi dell’operazione, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, sono stati interdetti dai pubblici uffici per un anno e dovranno presentarsi alla polizia giudiziaria territorialmente competente. Nei loro confronti verrà eseguito anche un sequestro di beni.

L’Asl Napoli 1, intanto, pur mantenendo il riserbo sui nomi delle persone coinvolte, ha reso noti i profili professionali indagati. Si tratta di otto dipendenti amministrativi, sei infermieri, due tecnici di radiologia, un operatore sociosanitario e di quattro autisti. Oltre al procedimento penale, i lavoratori coinvolti nella truffa dovranno subire anche i provvedimenti disciplinari di sospensione dal servizio previsti dall’Azienda sanitaria locale, che si è definita parte lesa in questa vicenda.

Già in passato l’Asl 1 aveva segnalato alcune anomalie, che poi si sono rivelate concrete al termine delle verifiche effettuate dalle forze dell’ordine.

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