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Strage di Brandizzo, Sigifer messa alla porta: fuori dai cantieri della Rete ferroviaria italiana

L'amministratore delegato di Rfi a Cinque Minuti (Rai 1) sottolinea che quello che quello che è successo a Brandizzo "è una violazione del sistema di regole con cui si devono effettuare i lavori sull'infrastruttura ferroviaria italiana". E annuncia: "Sigifer non lavora più nei nostri cantieri, sono stati presi provvedimenti". Gli avvocati della ditta protestano

Strage di Brandizzo, Sigifer messa alla porta: fuori dai cantieri della Rete ferroviaria italiana

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Brandizzo, Sigifer non lavora più nei cantieri della Rete ferroviaria italiana

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"Sigifer non lavora più nei nostri cantieri, sulla nostra infrastruttura, sono stati presi provvedimenti, il tragico incidente impone misure di questo tipo". Non usa mezzi termini l’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi), Gianpiero Strisciuglio, nel salotto di "Cinque Minuti", la striscia serale di approfondimento su Rai 1 condotta da Bruno Vespa. Il manager sottolinea che quello che è successo a Brandizzo "è una violazione del sistema di regole con cui si devono effettuare i lavori sull’infrastruttura ferroviaria italiana". Sigifer, com'è noto, è l’azienda di Borgo Vercelli per la quale lavoravano i cinque operai tragicamente morti a Brandizzo. La società e quattro persone ai vertici della stessa sono indagati dalla Procura di Ivrea.

L'ad di Rfi si sofferma anche sul tragico video girato da Kevin Laganà prima di essere travolto: "L’ho visto tantissime volte il video, è grande il dolore, un dolore che porto dentro di me, tutti i ferrovieri sono fortemente addolorati. È un tragico evento". Le immagini, come i lettori ricorderanno, testimonia che la pratica di lavorare sui binari senza che la linea fosse interrotta era per certi versi una prassi.

Gli avvocati della ditta al contrattacco

"Sigifer Srl non ha, e non poteva avere, il controllo del traffico ferroviario nè sul rischio relativo all’interruzione del traffico ferroviario, che compete esclusivamente al Committente", scrivono in una nota i legali difensori della Sigifer. "La notte del 30 agosto 2023 non è stata garantita ai nostri operai l’interruzione della linea che è la base elementare per permetterci di lavorare. Solo oggi, dopo aver dapprima fatto lavorare i nostri operai e poi aver loro impedito di svolgere le mansioni senza alcuna comunicazione, il committente ha notificato all’azienda la sospensione delle qualificazioni che ci consentono di lavorare da trent’anni sulle ferrovie, richiamando 'le condotte emergenti dalle indagini (non si comprende quali visto il segreto sulle stesse) e dagli articoli di stampa', ritengono 'la concretizzazione di atti/comportamenti che recano grave pregiudizio alla sicurezza ferroviaria'".

E infine: "La risposta ai come e ai perchè, ne siamo certi, la daranno i magistrati; l’azienda ora deve responsabilmente rispondere a propri operai, alle loro famiglie, continuare ad impegnarsi per garantire la sicurezza della loro salute e del loro salario".

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