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Quell'attacco a Norma Cossetto che fa infuriare gli esuli

Sta facendo discutere l'articolo con cui La Stampa definisce "revisionista" il fumetto su Norma Cossetto pubblicato da uno dei più stretti collaboratori del ministro Sangiuliano. Gli esuli insorgono

Quell'attacco a Norma Cossetto che fa infuriare gli esuli

Il coro di voci si allarga di ora in ora. È come un sasso nello stagno, una volta gettato non puoi governare l’increspatura dell’acqua. Il sasso, in questo caso, sono le parole affatto lusinghiere apparse due giorni fa sul quotidiano La Stampa. Il bersaglio è il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Viene colpito per interposta persona. Sul banco degli imputati finisce uno dei suoi più stretti collaboratori: Emanuele Merlino, il capo segreteria tecnica. Figura "controversa" – a parere di chi scrive – per aver dato alle stampe "un fumetto revisionista sulle foibe". È così che il quotidiano diretto da Massimo Giannini bolla una delle principali operazioni di divulgazione storica degli ultimi decenni.

Sicuramente la più importante che riguarda le complesse vicende del Confine orientale da quando il nostro legislatore ha istituito la solennità nazionale del Giorno del Ricordo. Il 10 febbraio di ogni anno siamo chiamati a fare i conti con un passato a lungo taciuto e negato. Ed è proprio in questo solco che nel 2018 si inserisce il fumetto "revisionista" di Merlino. Si chiama Foiba Rossa, edito da Ferrogallico, e racconta la storia di Norma Cossetto, torturata e infoibata dai partigiani titini. Aveva appena 22 anni, colpevole di troppa italianità in una terra contesa: l’Istria. Questo non lo diciamo noi, ma l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che nel 2005 le conferì la medaglia d’oro al merito civile definendola "luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio".

È per questo che l’articolo pubblicato da La Stampa è diventato un vero e proprio caso. Il mondo dell’associazionismo dell’esodo è sulle barricate, anche perché le principali realtà che si occupano di "conservare e rinnovare" la memoria di quella pagina di storia strappata hanno collaborato al fumetto. Marino Micich, direttore dell’Archivio del Museo Storico di Fiume, Carla Cace, presidente dell’Associazione nazionale dalmata, e Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli istriani, hanno reagito immediatamente. Vibranti le note con cui hanno difeso il ricordo di Norma, quale simbolo della tragedia che ha toccato un intero popolo, e manifestato piena e incondizionata solidarietà all’autore di "Foiba Rossa".

Oggi a loro si unisce anche l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd). Lo fa prendendo carta e penna e scrivendo direttamente al direttore Giannini. "Raccontare la storia della studentessa istriana violentata ed infoibata non è controverso, rendere la sua storia alla portata degli studenti grazie ad una graphic novel, accompagnata da saggi di inquadramento storico e contributi realizzati dai presidenti delle principali associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati ci pare opera del tutto meritoria e che non può essere minimizzata e sminuita in faziosità", si legge nella missiva.

"Ci sembra quindi che iniziative quali quella del dottor Merlino siano del tutto condivisibili. Le stesse rientrano nei propositi delle nostre Istituzioni, come dimostrano le recenti Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica che sono state siglate dal ministro all’Istruzione Bianchi, colmando un vuoto trentennale", concludono dalla Anvgd. Insomma, il lavoro di Merlino non solo ricalca le intenzioni del nostro legislatore e le parole dell’ex presidente Ciampi, ma si pone anche in continuità con le azioni intraprese da Bianchi, figura non certo tacciabile di "revisionismo".

Dove sta lo scandalo? Fu così che il sasso incautamente lanciato nello stagno diventò uno tsunami.

Foiba rossa

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