Nazionale

Le condanne, le molestie, le minacce alla giornalista Mediaset: chi è l’imam espulso a Milano

Dopo aver tenuto sotto scacco un intero quartiere, Ahmed Kabir è stato rispedito in Bangladesh. Ma si dice pronto a tornare

Le condanne, le molestie, le minacce alla giornalista Mediaset: chi è l’imam espulso a Milano

Ascolta ora: "Le condanne, le molestie, le minacce alla giornalista Mediaset: chi è l’imam espulso a Milano"

Le condanne, le molestie, le minacce alla giornalista Mediaset: chi è l’imam espulso a Milano

00:00 / 00:00
100 %

Le condanne, le violenze sulle donne, le minacce alla giornalista Mediaset, la moschea abusiva. Un curriculum tutt’altro che invidiabile quello di Ahmed Kabir, l’imam del centro di preghiera “Shah Jalal Jame Mosjid” di Dergano, zona nord di Milano, che ieri è stato espulso dall’Italia. "Motivi di ordine e sicurezza pubblica", quanto evidenziato dal ministero dell'Interno, su richiesta dell’Antiterrorismo della Digos e del questore Giuseppe Petronzi, prima di rispedire il cinquantenne in Bangladesh.

La decisione del Viminale conferma la pericolosità dell’islam radicale: l’imam della moschea abusiva di via Zambelli ha tenuto sotto scacco un intero quartiere tra minacce ("italiani di merda, vi taglio la gola, vi ammazzo") e aggressioni, soprattutto nei confronti delle donne. Nessuno poteva avvicinarsi al suo pseudo centro culturale, come testimoniato dal servizio realizzato dalla giornalista Simona Gallo per il programma di Rete 4 “Dritto e rovescio”. Rea di aver fatto qualche domanda di troppo, la cronista è stata minacciata con il gesto del taglio della gola.

L’imam radicale cacciato da Milano ha precedenti per violenza sessuale, percosse, resistenza a pubblico ufficiale. L’ultima condanna? Quattro anni e sette mesi per stalking nei confronti di un artigiano che lavora nei pressi dell’autoproclamata moschea, realizzata all’interno di un ex laboratorio senza alcuna autorizzazione. Kabir era in Italia da ventuno anni e si è reso noto per la fondazione del già citato centro culturale islamico, al centro di un lungo contenzioso con il Comune fino alla condanna davanti al Tar. Ma, come evidenziato dal Corriere, per il centro di preghiera nessuno è mai intervenuto.

Secondo quanto risulta, l’imam è stato monitorato dal ministero dell’Interno, informato delle sue esuberanze e dei suoi comportamenti fuori legge. Negli ultimi tempi si è fatto notare per le sue posizioni sul conflitto in Medio Oriente, con pesanti invettive nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu e del suo governo.

Ora Kabir è in Bangladesh, ma non sembra intenzionato a mollare: sui social network ha avvisato i suoi fedeli di voler tornare a Milano.

Commenti