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"Clima di crescente aggressività". Polizia nel mirino: 2.678 attacchi fisici in un anno

I numeri parlano chiaro. Tra insulti e aggressioni non si ferma il clima di odio contro le forze dell'ordine. Il Coisp: "Le aggressioni nei nostri confronti sono all’ordine del giorno"

"Clima di crescente aggressività". Polizia nel mirino: 2.678 attacchi fisici in un anno

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Insulti e aggressioni, le forze di polizia sotto attacco

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Esiste "un clima di crescente aggressività nei confronti delle forze dell'ordine". Ne è convinto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che, nel corso dell’informativa alla Camera, ha chiesto rispetto per gli agenti. Parole non di circostanza, ma che trovano riscontro nei numeri diffusi dall’Osservatorio “Sbirri Pikkiati” dell’Asaps (Associazione sostenitori amici Polizia stradale).

"L’aggressività nei confronti delle forze di polizia resta elevata anche nel 2022", si legge nella relazione dello scorso giugno dell’Osservatorio che segnala gli attacchi fisici subiti dalle forze dell’ordine durante i controlli su strada. Nel giro di un anno si è passati da 2.655 a 2678 episodi, pari quasi all’1% in più. Il maggior numero di aggressioni ha riguardato la polizia di Stato con 1.289 attacchi pari al 47,2%, seguita dall’Arma dei Carabinieri con 1.054 aggressioni pari al 38,6%. Gli attacchi alla Polizia Locale sono stati pari all’8,8% e il 5,4% ha riguardato altri corpi.

Questi numeri, però, non prendono in considerazioni le aggressioni avvenute nella gestione dell’ordine pubblico che, invece, secondo i dati a disposizione del Coisp, sono già 120 solo nei primi due mesi del 2024 e si arriva a 197 se si considerano anche tutti gli altri servizi. "Le aggressioni nei nostri confronti sono all’ordine del giorno, ma non se ne parla quasi mai. Se si continuerà a esacerbare la situazione, alimentando questa contrapposizione tra forze dell’ordine e cittadini, il dato nei prossimi mesi è destinato a salire. I fatti di ieri a Torino lo dimostrano: il clima che si respira in questi giorni nel nostro Paese è da 'caccia al poliziotto'", dice Domenico Pianese, segretario generale del Coisp che aggiunge: "Sembra diventato normale, ormai, insultare, aggredire o ferire un poliziotto e c’è chi, pur rappresentando lo Stato e le istituzioni, incita i giovani a farlo. Noi, fin quando ci verrà imposto dalle leggi dello Stato, interveniamo per garantire il rispetto delle norme, delle prescrizioni, e della sicurezza di chiunque. E lo facciamo a prescindere dalle opinioni personali, dal colore politico dei manifestanti e dalle motivazioni di qualsivoglia dissenso pubblico, anche mettendo a rischio la nostra stessa incolumità".

Ma, oltre al danno, c’è anche la beffa degli attacchi verbali da parte di politici, intellettuali e non solo. Solo pochi giorni Silvia Noferi, consigliera grillina della Regione Toscana, ha dichiarato: "Le forze dell'ordine avranno pure preso degli sputi, ma io dico che forse se li sono anche meritati". Il professor Angelo D’Orsi, ospite della trasmissione Quarta Repubblica, ha sostenuto una tesi che ha dell’incredibile: "Quando vedo il poliziotto che manganella con il piacere di farlo, due cose mi vengono in mente: una, che in quel manganello c’è una sorta di rivalsa sociale verso lo studente, quasi di invidia 'tu stai studiando, sei un privilegiato, io sto qui a farmi massacrare, con stipendi di fame' e la seconda cosa, che troppo spesso, tanto sovente quei poliziotti, e me lo dicevano in quelle interviste che io ho fatto tra il ‘69 e il ‘72, hanno assunto delle droghe, hanno assunto delle sostanze per reggere il peso, questo però gli fa perdere anche i freni inibitori".

Persino un uomo delle istituzioni come il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, quando è andato a Roma per protestare contro il blocco del Fondo Sviluppo e Coesione ha inveito contro il cordone di polizia: "Ci dovete caricare, ci dovete uccidere". Fabio Conestà, segretario generale del Mosap (Movimento Sindacale Autonomo di Polizia), denuncia: "Stiamo assistendo in questi giorni a una macchina del fango senza precedenti contro le forze dell’ordine: sedicenti studiosi che ci chiamano drogati e affermano che i colleghi utilizzino i manganelli per piacere e per frustrazione personale; politicanti i quali affermano che due sputi ce li meritiamo.

Quintali di letame sulla Polizia e nessuno alza un dito, è vergognoso".

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