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1800 euro per spiare il telefono del partner. Ma l'app è una truffa

Promette di spiare ogni mossa del proprio partner fornendo il solo numero del telefonino ma è una truffa da migliaia di euro: ecco chi si nasconde dietro l'app

1800 euro per spiare il telefono del partner. Ma l'app è una truffa

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Tutto nasce, come sempre in questi casi, dalla gelosia o dal timore di un possibile tradimento: chi meglio di uno smartphone può essere a "conoscenza" dei segreti più intimi delle persone tra chat di WhatsApp e messaggi in direct sui social? Ecco perché molti utenti hanno deciso di scaricare un'applicazione per spiare il proprio compagno o compagna sborsando anche cifre vicine a duemila euro per poi scoprire che si trattava di una truffa.

Cos'è Mspyitaly

Non solo è illegale spiare il cellulare di un'altra persona ma i truffati hanno perso fior di quattrini denunciando tutto a Le Iene. "Ero molto insicura, preoccupata", ha dichiarato un'utente, "Volevo capire delle cose con una ragazza", ha detto un altro. "Volevo provare il suo tradimento", incalza un terzo ripreso di spalle per il massimo anonimato. E così la soluzione più facile sembrava a portata di mano: bastava scaricare Myspyitaly che ha tanto di sito web dove promette di essere "la migliore app per parental control presente sul mercato, che ti permette di vigilare e monitorare, mediante smartphone, tablet o PC, le persone a cui vuoi bene, come i tuoi figli e non solo…"

È quel "non solo" che fa intendere, in pratica, quanto denunciato dagli utenti a Le Iene. "Ho pagato 1.800 euro ma non mi è mai arrivato nulla", denuncia un uomo. "Non appena ricevuto il bonifico mi ha bloccato su WhatsApp", denuncia una donna. Giulia è finita in questa truffa nel tentativo di spiare il suo ragazzo dopo i suoi comportamenti strani. Ecco, quindi, che cercando online un modo per togliersi tutti i dubbi si è imbattuta in questa app che promette di monitorare cellulari, pc e tablet "invisibile, semplice e completa". In teoria, bastava fornire il numero della persona da seguire che si poteva avere accesso ai dati di quel cellulare secondo i racconti di Giulia vedendo in tempo reale qualsiasi attività, anche la geolocalizzazione.

I bonifici, poi il nulla

Il sito è credibile e presenta piani di abbonamenti mensili con tantissime recensioni positive. Da qui, Giulia ha inviato un WhatsApp ricevendo una chiamata da una voce maschile che invoglia la donna ad acquistare il prodotto. I costi, però, non sono mica quelli indicati sul sito. "O 990 euro per due mesi oppure 1900 euro senza scadenza. Pagamento in un'unica soluzione", spiega l'uomo. Dopo il pagamento, avrebbe ricevuto un link con il quale scaricare un software che spiava il compagno 24 ore su 24. La donna fa il bonifico ma non intestato a Mspytaly ma al nome della potenziale moglie: subito dopo, come risposta, si accorge di essere bloccata su WhatsApp e dell'uomo dall'altra parte del telefono non c'è più nessuna traccia.

A quel punto la donna fa una recensione negativa ma viene contattata dall'amministratore del sito che le dice che non sarà possibile approvare i commenti se prima non presenta una fattura che, chiaramente, è inesistente. Persone come lei ne sono state truffate centinaia, tutti ingannati con lo stesso metodo. Per rendere credibili le recensioni, il o i truffatori avrebbero preso foto prese da profili Linkedin per commenti che, le persone interessate, non hanno in realtà mai fatto.

Chi c'è dietro la truffa

Il video della trasmissione di Italia 1 prosegue mostrando il possibile truffatore: si tratta di Massimiliano Oliva che viene raggiunto nella sua abitazione dove, in un primo momento, in casa c'era solo la moglie: alle 19 arriva l'uomo ma, appena capisce di essere inquadrato, scappa verso casa nascondendosi nel garage. Come ricorda Tgcom, Oliva aveva già scontato una condanna per aver chiesto del denaro a un imprenditore cinese minacciandolo di fargli chiudere l'attività.

Adesso, invece, si indaga sulla truffa dell'app: secondo quanto spiegato dall'inviata della trasmissione, Veronica Ruggeri, per adesso Oliva se la sarebbe cavata perché i soldi illeciti sarebbero finiti sui conti correnti di alcuni prestanome sui quali pendono molte denunce.

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