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Tragedia di Firenze, ecco perché la trave è crollata: le ipotesi della procura

La procura di Firenze sta indagando per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti a proposito dell'incidente sul lavoro che ha causato la morte di quattro operai a Firenze. Sono tre le ipotesi al vaglio degli inquirenti, fra cui quella che porta ad un cedimento strutturale. Secondo un'altra ricostruzione, la trave non sarebbe stata fissata

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Al momento del crollo, il fissaggio della maxi-trave da venti metri che ha a quanto pare dato origine al disastro non sarebbe stato completato dalla ditta che avrebbe dovuto occuparsene. E sul tavolo della procura di Firenze (che ha aperto un fascicolo senza indagati per omicidio plurimo colposo e crollo colposo) ci sono tre ipotesi: un cedimento strutturale, un errore di montaggio o una disattenzione nell'esecuzione dei lavori. Questi, stando a quel che riporta stamani il quotidiano Il Tirreno, gli ultimi sviluppi relativi all'indagine sul crollo del cantiere (posto sotto sequestro) che la scorsa settimana è costato la vita a quattro operai, mentre proseguono le ricerche per l'ultima operaio disperso. Ma nel contempo, i pubblici ministeri titolari del fascicolo sul caso stanno lavorando per ricostruire l'intricata catena di subappalti per il lavoro del nuovo supermercato da 35 milioni di euro. In parallelo partiranno le consulenze, con l'obiettivo di arrivare a ricostruire il quadro nella sua totalità. I primi accertamenti punteranno a quanto sembra a verificare se ci sia stato un cedimento strutturale.

Sarebbe questo infatti uno degli scenari presi in esame dagli inquirenti. La trave di cemento lunga circa 20 metri è come "scivolata" da un lato, facendo collassare l'intera struttura: il dente che la ancorava al pilone potrebbe non aver retto. Verranno quindi prelevati campioni del manufatto prodotto da un'impresa di Teramo, ma dalle prime analisi non sarebbero emerse anomalie circa i materiali utilizzati per la costruzione. Secondo un servizio andato in onda sul Tgr però, il personale della ditta abruzzese non avrebbe concluso il fissaggio della trave "incriminata", quando gli addetti di un'altra società avrebbero avviato la gettata di cemento nella stessa area, all'ultimo piano della struttura. E la trave sarebbe collassata mentre alcuni degli operai stavano gettando una colata di cemento sul solaio: in questo modo hanno aumentato il peso della struttura, e la trave, non ancora fissata a dovere, non avrebbe retto.

Potrebbe insomma essere caduta perché non ancora ancorata a uno dei piloni. Stando a quel che riporta poi il quotidiano La Nazione, sono al vaglio anche i permessi di tre dei manovali nordafricani deceduti nella tragedia. Al momento risultano una richiesta di permesso di soggiorno presentata, ma non ancora ottenuta. E un ricorso al Tar contro il rifiuto della questura alla sua concessione. Resta da capire se queste due situazioni li rendessero irregolari come lavoratori oppure comunque contrattualizzabili in attesa di regolarità. La procura fiorentina non conferma e non smentisce, ma a tre giorni dalla strage consumatasi nel cantiere, l’ombra del lavoro nero deve ancora diradarsi.

E nelle scorse ore, il ministro Marina Elvira Calderone ha annunciato una "stretta" da parte del governo: nuovo pacchetto di norme per intervenire sugli appalti, aumento degli ispettori e formazione a partire dai banchi di scuola.

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