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Sisma nei Campi Flegrei ed eruzione del Vesuvio: ecco dove andrebbero gli sfollati

Il programma è inadeguato. L’ultima esercitazione fatta effettuare alla popolazione risale a quattro anni fa, al 2019, e il nuovo bando di adeguamento è stato pubblicato solo a giugno scorso

Sisma nei Campi Flegrei ed eruzione del Vesuvio: ecco dove andrebbero gli sfollati
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Un piano di evacuazione dei Campi Flegrei e delle città del Napoletano a ridosso del Vesuvio esiste, ma è ormai datato e inadeguato di fronte agli scenari più catastrofici. Il livello di guardia negli ultimi mesi si è inevitabilmente alzato di fronte agli ormai quotidiani eventi sismici, anche di discreta rilevanza, che hanno messo in allarme i residenti di un’area molto densa a livello demografico (quasi 1 milione e 200mila abitanti). L’ultima esercitazione fatta effettuare alla popolazione risale a quattro anni fa, al 2019, e il bando di gara per la redazione di un piano di esodo aggiornato alle normative odierne è stato pubblicato dal Comune di Napoli solo lo scorso mese di giugno. Un ritardo reso ancora più evidente da un nuovo fenomeno bradisismico che sta provocando una serie di scosse tra le più forti degli ultimi quarant’anni.

Il piano di evacuazione

A preoccupare da sempre gli esperti è la conformazione territoriale dell’area napoletana. Il Vesuvio e i Campi Flegrei fanno parte di un’unica camera magmatica che potrebbe provocare eruzioni di grande gittata con conseguenze nefaste per milioni di persone. Chiaramente non è possibile fare alcuna previsione su un’eventuale fuoriuscita di magma, potrebbe accadere tra mille anni o in breve tempo, ecco perché diventa fondamentale prevenire con un piano di esodo adeguato, che dovrebbe coinvolgere l’intera area metropolitana di Napoli, ovvero un bacino di circa 3 milioni di persone. Il piano attualmente in vigore è fermo a circa 700mila abitanti e fa riferimento all’area dei Campi Flegrei e ad alcune zone periferiche di Napoli. Ma andiamo a vedere nello specifico cosa prevede oggi il programma della protezione civile e delle istituzioni locali in caso di eruzione.

Le aree di attesa

Nel caso esplodesse il Vesuvio o cedessero i Campi Flegrei è previsto l’esodo assistito dei residenti verso 17 aree di attesa. A quel punto, la protezione civile regionale provvederebbe a regolare gli spostamenti assistiti in altre regioni d’Italia che avverrebbero con pullman e treni. Per ogni municipalità è stata assegnata una regione di riferimento. Le aree a rischio sono state contrassegnate con colori diversi, in ordine crescente a seconda del grado di pericolosità: giallo, verde e rosso. I Campi Flegrei da dieci anni sono assegnati al grado di attenzione giallo, mentre il Vesuvio è al livello verde. Sono le singole aree, poi, a raggiungere il colore rosso, il che significa che in caso di eruzione vanno evacuate prima.

Cosa succede in caso di eruzione

Qualora fosse dato l’allarme eruzione, l’attuale piano prevede l’arrivo dell’esercito sul territorio che avrebbe il compito di liberare le strade per la fuga. Gli abitanti della zona più a rischio del Vesuvio verrebbero trasferiti nelle aree di attesa che appartengono tutte alla sesta municipalità (campo sportivo Caduti di Brema, stadio comunale Ascarelli e stazione della Circumvesuviana di via Bartolo Longo a Barra). Per i residenti dei Campi Flegrei, invece, le aree di attesa rientrano in più punti della città di Napoli (piazza San Luigi, Posillipo; viale Virgilio, Posillipo; piazza Vittoria, Chiaia; piazza Sannazaro, Chiaia; via Rossini, Vomero; piazzale Monaldi, via Leonardo Bianchi, Chiaiano; via Gabriele Iannelli 190; polifunzionale Soccavo, viale Adriano, Soccavo; piazza Giovanni XXIII, Soccavo; campo basket via Nabucco, Pianura; area attrezzata via Mandela, Pianura; esterno parco Falcone e Borsellino, via Torricelli Evangelista, Pianura; piazza Italia, largo Lala, Fuorigrotta; via Marino, Fuorigrotta; piazzale Vincenzo Tecchio, Fuorigrotta; viale della Liberazione, Bagnoli; parcheggio ippodromo, Agnano).

L’elenco delle regioni che accoglierebbero gli sfollati

Dalle aree di attesa, infine, attraverso i convogli ferroviari e autobus gli sfollati verrebbero trasferiti in diverse regioni italiane. Ecco l’elenco degli abbinamenti a seconda dell’area napoletana di riferimento. Per i Campi Flegrei, i residenti di Monte di Procida andrebbero in Abruzzo e in Molise, quelli di Bagnoli in Basilicata e in Calabria, parte dei cittadini di Giugliano in Campania verrebbero trasferiti a Bolzano e Trento. A seguire, a Soccavo toccherebbe l’Emilia Romagna, a Chiaiano il Friuli, a Fuorigrotta il Lazio, a Marano la Liguria, a Pozzuoli la Lombardia, a Bacoli l’Umbria, al Vomero il Piemonte e la Valle d’Aosta, a Pianura la Puglia, a San Ferdinando la Sicilia, a Posillipo la Sardegna, a Quarto la Toscana e all’Arenella il Veneto.

Per gli abitanti dell’area vesuviana, a Terzigno toccherebbe l’Abruzzo, a Boscotrecase la Basilicata, a Boscoreale la Calabria, a Ercolano l’Emilia Romagna, a Palma Campania il Friuli, a Ottaviano il Lazio, a Cercola la Liguria, a Torre del Greco e a Somma Vesuviana la Lombardia, a Poggiomarino le Marche, a Massa di Somma il Molise, a Portici il Piemonte, a Torre Annunziata e a San Sebastiano del Vesuvio la Puglia, Torre Annunziata, a Pompei la Sardegna, a Scafati e a Trecase la Sicilia, Scafati, a San Giorgio a Cremano la Toscana, a Pollena Trocchia il Trentino, a San Gennaro Vesuviano l’Umbria, a Nola la Valle d’Aosta e a San Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia, Enclave di Pomigliano d’Arco il Veneto.

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