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La Postale contro le insidie del web

Gabrielli: "Il cybercrime? Come il maiale: attacca, ruba i dati, poi li usa tutti per frodare"

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Una polizia parallela. Che opera nell’universo collaterale nel quale ci muoviamo. Immenso, velocissimo, affascinante, denso di pericoli e insidie.
Ma con una filosofia spicciola e del tutto priva di scrupoli: «Nel mondo del trading online, a livello internazionale il nostro compito si riassume nel termine pig butchering, che fa riferimento all’espressione italiana “del maiale non si butta via nulla“: chi fa un attacco informatico, infatti, acquisisce una serie di dati e tutto quel che ricava lo sfrutta a livello di frode».

Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni dal 2021 Ivano Gabrielli si occupa di cybercrime dall’ormai lontano 2006. «L’Italia ha una polizia dedicata al cyber tra le più risalenti al mondo. - precisa subito Gabrielli -. Ce ne occupiamo infatti da oltre 25 anni: la polizia postale riceve questa missione nel 1998 quando ancora il cybercrime era già pedopornografia, ma si occupava anche di carte di credito e telefonini clonati, tanto per dare un’idea...Sembra un’era geologica fa se pensiamo che adesso, tra le emergenze c’è quella del darkweb, dove si cimentano le mafie più avanzate».

«La nostra vita sociale, così come quella politica (partendo dall’informazione), quindi il lavoro, l’economia e la finanza, tutto ha una dimensione virtuale - aggiunge Gabrielli -. Oggi fare polizia, fare sicurezza, significa necessariamente essere presenti all’interno di questo mondo, significa avere la capacità di monitorarlo, di prevenire l’illegalità attraverso il controllo di questo territorio virtuale per poi saper contrastare i nuovi fenomeni criminali. Basti pensare, per fare un esempio, che i reati contro il patrimonio commessi online hanno di gran lunga superato quelli denunciati nella vita reale: la tendenza che abbiamo in Italia è quella mondiale, il fenomeno in generale viaggia a incrementi a doppia cifra, anno per anno. Abbiamo avuto un incremento pazzesco di casi e di reati durante la pandemia ma questo è ovvio: l’utilizzo della rete è stato fondamentale e anche la criminalità, che è “umana“, si è riversata sul web» Dal punto di vista organizzativo la Polizia Postale italiana ha una struttura diffusa sul territorio, quindi particolarmente elastica anche nella prossimità ai cittadini visto che in ogni capoluogo di provincia c’è un loro ufficio. Del resto il campo in cui si muovono le loro investigazioni e i loro interventi è a dir poco sterminato. Nel (purtroppo) variegato mondo del cybercrime la polizia postale si occupa infatti di tutti i reati contro la persona commessi attraverso la rete. A partire dal contrasto allo sfruttamento sessuale dei minori in rete (pedopornografia), passando per le sex extorsion e il cyberstalking, cioè lo stalking fatto attraverso la rete, quindi ogni genere di molestie e diffamazioni. Ma non è tutto.

La Postale tutela anche le infrastrutture fisiche e informatizzate del Paese prevenendo gli attacchi hacker, grazie ai Nuclei operativi di sicurezza cibernetica (Nsc) cioè una rete di uffici in grado di intervenire in tempo reale a margine di un attacco informatico. Attraverso questi Nuclei la Postale distribuisce i propri alert di sicurezza, ovvero tutto quello che viene prodotto attraverso la rete investigativa e infoinvestigativa.
«Ogni anno riusciamo a diramare circa 100mila alert di sicurezza che vengono distribuiti a cascata sia alle infrastrutture critiche che alle realtà aziendali più importanti, alle pubbliche amministrazioni locali e quant’altro - aggiunge Gabrielli -. Questo ci permette di alzare il livello di sicurezza del Paese in tempo reale».

Ma l’azione della Postale abbraccia anche il financial cybercrime, ovvero tutte quelle realtà di attacco informatico dei sistemi economico-finanziari che dalle frodi informatiche raggiungono il phishing più evoluto, quindi le truffe che prevedono attacchi informatici ai sistemi di posta elettronica.

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