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"È un problema di igiene". Ora anche a sinistra si accorgono dei problemi del burkini

L'ex assessore della giunta di centrosinistra a Pordenone sbotta in piscina: "Perché io devo fare la doccia, avere costume e cuffietta e la signora invece poteva entrare in piscina vestita?"

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“È un problema di igiene”. Ora anche a sinistra si accorgono dei problemi del burkini

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Nell'Italia nord-orientale, il tema dell'estate è indubbiamente il burkini. Qui, più che in altre zone italiane, il dibattito è acceso a causa del raggiunto limite di sopportazione da parte della società civile che ora vede il pericolo islamizzazione delle proprie città. In principio era Monfalcone, poi Trieste e ora Pordenone a fare notizia. Se nelle prime il nodo è rappresentato dall'inopportunità di accettare che le donne musulmane si facciano il bagno completamente vestite o col burkini in mare, a Pordenone il dibattito si è acceso nella piscina comunale della città.

E a Pordenone la discussione non è stata sollevata da un esponente di centrodestra, elemento dirimente nelle polemiche della sinistra, ma da un ex assessore del Comune, Vincenzo Romor, medico in pensione, di una giunta di centrosinistra. Ha richiamato l'attenzione del bagnino quando si è reso conto che una donna stava entrando in acqua col burkini, perché "se il regolamento dice che devi fare la doccia prima di entrare, indossare costume e cuffia, devi rispettarlo. E non è una questione politica o di religione. Ma di igiene". Dalla piscina difendono la donna e dicono che il costume era regolamentare ma le foto del medico lasciano qualche dubbio: "Indossava un vestito con i pantaloni, prima si siede ai bordi della vasca, poi piano piano si immerge. Ho visto l'abito e la prima cosa che ho pensato è stata quella di chiedere spiegazioni alla bagnina. Volevo sapere perché io devo fare la doccia, avere costume e cuffietta e la signora invece poteva entrare in piscina vestita, come si vede dalla foto. Era palese che c'era un problema di igiene".

Queste le parole del medico al Gazzettino, al quale sottolinea che dal momento che chiunque entri in piscina con un costume idoneo è costretto a farsi la doccia, quindi a insaponarti, lei avrebbe dovuto insaponare e lavare il costume prima di entrare, proprio nel rispetto dei dettami igienici di una piscina, un luogo pubblico comune. "Ho visto che si spostava vicino alla zona alberata e poco dopo si è immersa ancora una volta in piscina", prosegue ancora l'uomo, evidentemente indispettito dal solito doppiopesismo che avanza in questo Paese per timore di essere accusati di discriminazione se si fanno rispettare le regole.

In Marocco, paese di cultura islamica, per le ragioni igieniche spiegate anche dal medico e per ragioni di sicurezza, per esempio, è stato vietato il bagno in piscina alle donne col burkini. In caso di interventi di salvataggio da parte degli operatori del soccorso, infatti, le parti non aderenti al corpo creano un ingombro che complica le operazioni e mette in pericolo la vita stessa dell'assistito e del bagnino.

Per questa ragione si obbligano gli uomini a non indossare costumi di tipo boxer e le donne costumi che restino aderenti al corpo. Ma in Italia chiunque faccia notare le criticità del burkini è tacciato di Islamofobia e su questa base diventa difficile affrontare discussioni costruttive.

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