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"Saldate le barche". Così in Africa la propaganda incentiva le partenze dei clandestini

La propaganda migratoria in Africa sta vivendo la sua stagione più florida e spinge migliaia di migranti verso l'Italia, costi quel che costi

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"Saldate le barche". Aumentano i naufragi ma la propaganda incentiva le partenze dei migranti

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La situazione migratoria nel Mediterraneo è critica e l'Italia ha bisogno dell'Europa per farvi fronte in maniera efficace. Ma mentre da questo lato del bacino si cercano soluzioni per fermare i flussi e ridurre le morti in mare, che in questi primi giorni di agosto sono state numerose, sul versante africano la propaganda spinge come mai prima. La foga con la quale si cercano di convincere i migranti a lasciare la Tunisia è tale che è sembra trovare conferma l'ipotesi, mai messa davvero in discussione, che dietro possa esserci un piano ben disegnato e governato da una "mano invisibile" per riversare in Italia quanti più irregolari possibili.

Negli ultimi giorni il mare è stato quasi impraticabile, onde alte e ben formate hanno reso la navigazione difficile anche ai pescatori e agli assetti navali militari italiani, figuriamoci alle bagnarole in metallo dei migranti. Eppure, ci sono organizzazioni che non hanno fermato le partenze e facilitatori che non hanno interrotto la propaganda. Invece di invitare le persone a non prendere il mare per evitare incidenti, come se ne sono verificati fin troppi con le situazioni meteo-marine dei giorni scorsi, dalla propaganda arrivava solo un invito: "Chiediamo ai koxeur di saldare bene le barche. E un buon controllo dei motori prima dell'imbarco".

"Saldare bene le barche", dice uno dei più influenti "informatori" della comunità di migranti, accettando che avvallando l'uso dei barchini in metallo. Questi sono uno delle principali cause dei naufragi, perché si tratta di mezzi messi su in maniera raffazzonata, con materiali spesso di recupero e costruiti in poche ore. È un mistero come galleggino da vuoti, figuriamoci riempiti e sovraccaricati di persone, costruiti spesso da persone senza esperienza nel settore. Ma la propaganda non demorde: "I Camos verifichino con i tunisini i motori e le saldature, attualmente troppi guasti. Che succede? È grave". Insomma, a fronte delle morti in mare non si chiede uno stop ma si spinge sui controlli, ben sapendo che per quanto possano anche essere realizzate ad arte, cosa che non è, quelle barche rischiano comunque di diventare delle bare per centinaia di persone.

"Invece di chiedere loro di smettere di fare tutto questo, chiedete di saldare bene le barche?? Quindi va bene, quindi non venire a prenderci in giro dopo", dice chi sembra contrario all'emigrazione dall'Africa e cerca di evidenziare l'ipocrisia di questi personaggi. Da un lato, infatti, piangono quando si verificano perdite umane e dall'altra spingono le partenze. E dalle sponde africane si alzano anche le prime vere rivolte contro il "braccio armato" della propaganda: "Appello alla polizia tunisina ed europea: XXX è un trafficante di migranti, fermatelo al più presto grazie".

Le migrazioni vanno fermate anche depotenziando e silenziando questi personaggi, lavorando su una contro-propaganda che li contrasti, perché finché di saranno i sobillatori delle masse, che con il web hanno incrementato la loro forza, sarà difficile bloccare i flussi e i morti in mare.

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