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"Stressati per i voti". Gli studenti occupano il liceo di Milano

Docenti poco empatici, attacchi di panico e frustrazione: i nuovi liceali occupano la scuola

"Stressati per i voti". Gli studenti occupano il liceo di Milano

Troppo stress per i voti e troppa pressione: queste le ragioni dietro l'occupazione del liceo Manzoni di Milano da parte del Collettivo Manzoni Antagonista. L'azione, arrivata dopo un sondaggio interno alla scuola, viene giustificata dal fatto che 6 studenti su 10 hanno dichiarato di avere crolli emotivi e crisi di pianto dovuti alla scuola. Il giudizio in base ai voti causerebbe troppo stress a questi liceali, che ora chiedono una scuola senza valutazione di merito, considerata arretrata e obsoleta. "Studiare dovrebbe essere sinonimo di crescita e scoperta di sé. Eppure, per tanti ragazzi e ragazze, lo studio più che fonte di arricchimento e passione, finisce per essere sinonimo di ansia, frustrazione e sofferenza e molti studenti subiscono il peso della competizione con i propri compagni e del giudizio attraverso il voto. Il nostro istituto, purtroppo, non è esente da questa situazione", si legge nel manifesto del collettivo, che chiede anche che venga riconosciuto il valore degli interessi extra-scolastici da parte degli adulti.

Sulla graticola ci finiscono anche i docenti, accusati di avere "scarsa empatia" con i loro allievi. Questo viene considerato dal collettivo come "uno dei problemi maggiormente riscontrati nella nostra scuola e forse sarebbe ora di capire che l'eccessiva severità non è necessariamente funzionale all’apprendimento". In queste righe sembra evidente il modello di scuola che i liceali vorrebbero ottenere: senza regole, senza valutazioni. "Assegnare un numero per valutare la performance degli studenti è un concetto arcaico, che non tiene conto dei fattori umani, delle aspirazioni e dei talenti personali di ogni studenti. Il voto si limita a certificare le conoscenze ma non le competenze", si legge ancora nel manifesto.

La preside dell'istituto, dopo un colloquio con una psicologa, ha dichiarato al Corriere della sera che la fragilità di questa generazione deriva dal lockdown, dopo il quale si segnala "un aumento delle situazioni di stress e degli attacchi di panico, non in maniera vertiginosa, ma comunque importante". Eppure, di stress e crolli emotivi, chiunque abbia affrontato seriamente la scuola ne ha vivida memoria. Così come di frustrazione per non aver ottenuto un buon voto e di sentimenti di competizione.

Ma, forse, sono stati anche questi a plasmare il carattere per affrontare poi il mondo reale una volta terminata la scuola.

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