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I rom e il delirio di Vauro sui "cristiani sterminatori"

Il siparietto di Vauro a Dritto e Rovescio: la maglia col triangolo marrone, poi l'uscita choc sulla cultura cristiana

I rom e il delirio di Vauro sui "cristiani sterminatori"

Ospite a Diritto e Rovescio Vauro Senesi ha lasciato tutti basiti quando per difendere sinti e rom si è presentato in studio con un triangolo marrone appuntato sulla propria maglia e se ne è uscito con dei paragoni fuori da ogni logica.

Nel corso della trasmissione, infatti, si stava continuando a parlare del problema, sempre più impellente, dei furti nelle principali città italiane. Impossibile non tirare in ballo nuovamente le ladre rom, che stanno ormai tenendo sotto assedio le stazioni metro romane e milanesi, e non solo. Durante il dibattito, molto acceso, Vauro ha stupito tutti, rievocando una delle pagine più nere e dolorose della storia. Bene parlare di rom e sinti, ha dichiarato il vignettista, che però ha poi mostrato il triangono marrone sulla propria maglia. "Il triangolo marrone che ho sulla maglia era attaccato sulle casacche dei deportati sinti e rom nei campi di sterminio", ha dichiarato.

Gelo in studio? Perché rievocare il nazismo? Che attinenza ha un simile argomento col problema delle borseggiatrici che imperversano indisturbate per le stazioni italiane? A domandarselo è anche Giuseppe Cruciani, ospite della trasmissione, che giustamente domanda: "Ma che c'entra?".

Niente, il vignettista pistoiese, ormai partito con la sua arringa, ha continuato a insistere: "Sono morti più di mezzo milioni di rom e sinti. La motivazione era che erano asociali, non si integravano e per questo sono stati disintegrati". E, ancora: "Per loro erano parassiti, un problema della società. Nel senso comune era passata l'idea che loro fossero diversi, si sono disinteressati dei forni crematori". Convinto della propria idea, Vauro ha continuato imprertirrito a fare paragoni con il nazismo, quando in realtà nessuno intende nuocere alla popolazione rom. Ciò che le autorità italiane, e i cittadini, intendono fare è piuttosto porre un freno alla criminalità.

"Ma che paragone è? Non c'è alcun genocidio in atto", ha sbottato Cruciani. Vauro ha ribattuto con un'altra delle sue provocazioni: "Nella cultura rom c'è il furto? Allora in quella cristiana c'è lo sterminio".

Incapace di restare in silenzio dinanzi a simili affermazioni, Cruciani ha tentato ancora una volta di far ragionare l'artista. "Nessuno vuole sterminare o uccidere la popolazione rom", ha precisato ancora una volta. Impossibile, tuttavia, ignorare un problema divenuto ormai dilagante.

"So che tu vuoi portarlo su un piano storico, ma la storia non c'entra nulla", ha aggiunto. "Parliamo di una cultura dell'illegalità. L'illegalità legata ai rom esiste e non possiamo negarlo.

Però si può risolvere nel tempo, magari dicendo che rubare non serve", ha concluso.

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