Politica

Non si può fare, uccidono la civiltà

Sono contrario a qualsiasi manipolazione della vita perché uccidono la civiltà

Non si può fare, uccidono la civiltà

Sono contrario a qualsiasi manipo­lazione d­ella vita perché l’esperien­za dimostra che, anche al di là delle premesse che potrebbero risultare condivisibili, il risultato nel medio e lungo termine è la compromissio­ne della vita stessa. La nascita di un bambino geneticamente modifica­to in Spagna si colloca in un conte­sto in cui la vita ha cessato di essere un valore non negoziabile, subordi­nandola a considerazioni ideologi­che, sperimentali, politiche ed economiche.È l’ultimo at­to di un processo che vede la Spa­gna di Zapatero all’avanguardia in Europa nella relativizzazione della vita, della persona e della famiglia naturale.

Il tutto si cala nel contesto di un’Europa che, da un lato,è osses­sionata dal favorire in tutti i modi l’aborto,l’eugenetica,la sperimen­tazione sugli embrioni, l’eutana­sia, la riduzione della persona a semplice produttore di materialità per poter consumare sempre di più, il declino della famiglia natura­le a favore della promozione delle coppie formate da persone dello stesso sesso e, dall’altro, evidenzia l’Europa come una nazione desti­nata a scomparire sul piano demo­grafico e civile. Circa un anno fa il settimanale americano Time ha pubblicato in copertina un mappamondo senza l’Europa. All’interno si spiega che dal raffronto tra i dati demografici ed economici dell’Europa dello scorso secolo e quelli odierni, emer­ge una curva discendente da cui, se­condo gli esperti interpellati, non si riuscirà più a risalire la china.L’Eu­rop­a ha complessivamente un tas­so di natalità al di sotto di quello del mantenimento dell’equilibrio de­mografico (e noi italiani brilliamo per essere agli ultimi posti di que­sta classifica), eppure fa esattamen­te l’opposto di­ciò che dovrebbe fa­re per salvaguardare il proprio inte­resse.

Ci comportiamo come chi odia se stesso anziché amare se stesso e amare i propri figli. Per una serie di fattori, tra cui la precarietà lavorativa soprattutto dei giovani, la preminenza della cultura dell’avere e dell’apparire ri­spetto alla cultura dell’essere, il de­clino del fascino della famiglia na­turale e l’esaltazione dell’indivi­duo quale depositario di desideri e tentazioni che assurgono a norme e leggi soggettivando il diritto e vio­lando la morale naturale, l’inquina­ment­o ambientale e gli alimenti ge­neticamente modificati, la relativiz­zazione della vita finisce per essere il colpo di grazia di questa nostra Europa che cresce sempre più co­me colosso di materialità, ma ha i piedi d’argilla proprio perché non ha un’anima,si vergogna delle pro­prie radici, svende i valori non ne­goziabili e tradisce la propria identi­tà cristiana.

Se ci vogliamo bene dobbiamo ri­­conciliarci con noi stessi, riscopren­do le fondamenta morali della no­stra umanità, attenendoci a dei va­lori non negoziabili a partire dalla sacralità della vita dal concepimen­to alla morte naturale.

Diversamen­te finiremo per essere travolti dalla cultura della morte inseguendo il fascino perverso del falso mito del­la manipolazione della vita.

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