Serialità

"Le notti del Radiomobile" che raccontano l'Italia

La docuserie di Camarca da domani su Raitre: "Il lavoro dei carabinieri svela drammi ed eroismi sconosciuti"

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Quando una gazzella dei Carabinieri sfreccia ululando nel caos del traffico, per precipitarsi verso chissà quale emergenza, viene da chiedersi quale pericolo stia per affrontare. 112 Le notti del Radiomobile, l'originale docu-serie ideata dal giornalista Claudio Camarca (e in onda da domani per sei venerdì alle 23, su Raitre e su Raiplay) è la risposta a quella domanda: il programma che farà salire anche il telespettatore su quella gazzella, «dandogli l'occasione di vivere in presa diretta così sintetizza l'autore - storie notturne di uomini e di città, fotografando la dimensione sociale e umana dei Radiomobilisti del 112».

Da una parte tre città simbolo del Paese - Milano per il Nord, Roma per il Centro, Napoli per il Sud - col loro carico di drammi umani e di violenza; «dall'altra diecimila Carabinieri, tanti ne operano nel Paese per il 112, impegnati in una vigilanza ininterrotta, 24 ore su 24 spiega il colonnello dell'Arma Alessandro Dominici -. Perché il programma ha appunto l'ambizione di sintetizzare il lavoro svolto da tutti questi uomini su tutto il territorio nazionale: dal punto di vista della prontezza operativa, infatti, l'unica differenza tra un paesino sperduto fra le montagne e una metropoli è solo la densità degli abitanti».

Lo stesso Camarca (nella foto), dunque, più tre operatori, un fonico e un drone si sono incollati per mesi ai Radiomobilisti delle tre città: «La difficoltà stava nel documentarne gli interventi senza intralciarne l'azione racconta Camarca -. Dovevamo renderci invisibili ma, al tempo stesso, correre i loro identici rischi. Perché non sai mai cosa troverai dietro la porta che stai per attraversare».

La principale caratteristica degli interventi? «Quella di gestire situazioni impreviste in tempi ridottissimi». Ampio come nella realtà il ventaglio dei casi affrontati: dalla vecchietta sola caduta dal letto, e incapace di rialzarsi, alla ragazza che tenta il suicidio dopo un litigio coi genitori; dall'incosciente che ignora tre semafori rossi a 150 all'ora per portare i supplì caldi a casa alla donna che ha appena subito una violenza carnale. «E sempre, oltre l'operatività pura e semplice, questi uomini devono mettere in moto non previsti meccanismi ancillari. Confortare, consigliare, rassicurare. Il carabiniere non ha mai un rapporto freddo, né con la vittima né con l'arrestato. È sempre coinvolto umanamente. Quel che ne emerge è un racconto inedito dell'Italia.

Dei suoi drammi nascosti e anche dei tanti, quotidiani eroismi sconosciuti».

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