Nuove frontiere

Addio ai cavi del cellulare, la ricarica del futuro sarà wireless

Più di un’azienda sta lavorando alla ricarica wireless, ossia l’alimentazione elettrica senza cavi che collegano i dispositivi alle prese. Non è una tecnologia facile da implementare e può nascondere qualche insidia. Ecco lo stato della situazione e perché sarà necessario attendere ancora per poterla usare

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Ognuno possiede dei dispositivi che ricarica a seconda delle necessità. Si va dallo smartphone che, di norma, viene messo sotto alimentazione ogni giorno fino, a una serie di utensili a batteria, tra i quali spazzolini, rasoi, aspirapolvere, smartwatch eccetera.

Dispositivi che necessitano cavi di alimentazione proprietari, anche se l’Europa esige che i connettori siano tutti di tipo Usb-C.

Ci sono diverse aziende, tipicamente startup innovative, che stanno lavorando a un sistema di ricarica wireless, un’unica (o poche) fonti di energia capaci di alimentare le batterie dei dispositivi elettronici. Un progetto ambizioso il cui esito oggi è tutt’altro che scontato e che, in ogni caso, non darà risultati nell’immediato futuro.

La ricarica wireless

Le più diffuse forme di energia wireless sono riconducibili all’induzione magnetica e alle radiazioni magnetiche. La startup Wi-Charge ha annunciato un trasmettitore a raggi infrarossi che alimenta un dispositivo e, per la dimostrazione pubblica, è stato scelto un trenino elettrico che gira senza sosta, poiché alimentato in tempo reale.

La cinese Xiaomi ha già varato un sistema wireless per la ricarica a distanza, scontrandosi con problemi di performance al di là dei 10 metri tra dispositivo e fonte energetica. Ma è un passo avanti.

Lenovo e Motorola si stanno muovendo in direzioni simili, Apple e Samsung anche. Ma tutte queste aziende hanno lavorato o stanno lavorando per lo più per predisporre sistemi compatibili con i propri dispositivi, un modo che viene attualmente utilizzato anche per smarcarsi dalla concorrenza o, in ogni caso, per tenerla il più possibile distante.

Quello che si sta cercando è un sistema di ricarica wireless che soddisfi qualsiasi dispositivo, a prescindere dal brand e dal produttore. Un compito arduo che Jake Slatnick, Ceo della texana Aira, spiega ricorrendo alle difficoltà che sta incontrando per superare gli ostacoli di compatibilità. La soluzione che ha approntato riconosce i diversi dispositivi nelle vicinanze ma non è in grado di ricaricare gli smartwatch di Apple che usano uno standard proprietario. C’è poi il problema della dispersione dell’energia elettrica, il medesimo già sperimentato da Xiaomi.

La sicurezza

Diversi studi convergono sul fatto che gli standard per l’alimentazione wireless non sono dannosi per la salute dell’uomo, ma porre dei limiti specifici sarà compito dei regolatori nazionali e questo, almeno in parte, blocca lo sviluppo di una tecnologia wireless universale alla quale, tuttavia, va riconosciuto il pregio di aumentare il ciclo di vita delle batterie, anche perché vengono ricaricate più lentamente.

C’è poi l’aspetto della commercializzazione su vasta scala, ancora difficile proprio perché ogni produttore pensa soprattutto al perimetro dei rispettivi dispositivi e il rischio è quello di doversi dotare di stazioni wireless per ogni brand, tradendo così il progetto di un sistema di ricarica wireless multi-prodotto e universale.

Mentre il comparto si dà da fare, già si parla di sistemi di ricarica wireless per veicoli elettrici, tecnologia ancora più evoluta già disponibile ma con diversi limiti, soprattutto di tipo economico.

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