Nuove frontiere

AI or not AI: come riconoscere se un'immagine non è reale con queste app

Le immagini contraffatte circolano online senza tregua e senza apparente controllo. Per capire se un’immagine è reale ci sono diverse app che certificano l’intervento di un Intelligenza artificiale e che aiutano a fugare i dubbi, anche se non sono prive di limiti

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Star in costumi succinti, presidenti americani ammanettati e persino pontefici che indossano giacche a vento. Grazie alle Intelligenze artificiali generative, in pochi istanti è possibile creare immagini talmente ben fatte da essere credibili o, se non altro, tali da rendere difficile comprenderne la natura artificiosa.

Questo, oltre a creare confusione tra le persone, costituisce un pericolo per l’informazione e persino per le democrazie. Possono bastare poche immagini artefatte per fare passare messaggi sbagliati e fare scricchiolare equilibri diplomatici.

Abbiamo provato delle app in grado di smascherare le immagini create dalle Intelligenze artificiali, individuandole tenendo fede alla loro semplicità d’uso e alla loro gratuità.

Nessuna di queste app dà risultati incontrovertibili. Alcune di queste sono state addestrate con milioni di immagini e quindi si dimostrano attendibili ma non è possibile garantire che il risultato restituito sia corretto.

AI or not

AIornot

Si tratta di una web app gratuita a cui si può accedere previa registrazione. Dopo avere caricato una qualsiasi immagine, AI or not emette il proprio responso indicando se questa è frutto di un’Intelligenza artificiale (AI).

AI or not è interessante benché non sia priva di limiti. Usa tecnologie proprietarie per verificare immagini, audio e video ed è impiegata soprattutto per trovare falsi Nft (oggetti virtuali unici e non riproducibili) ma si presta molto bene anche al riconoscimento di immagini artificiose, pure peccando di efficacia quando si tratta di riconoscere disegni fatti a mano che tende a confondere con immagini create da un’AI.

Wasitai

wasiati

Tool gratuito che consente di certificare la bontà o l’artificialità di un’immagine. Senza fronzoli, Wasitai non chiede neppure che gli utenti si registrino al servizio. Si può caricare un’immagine oppure fornire un link alla stessa per ottenere il risultato in pochi attimi.

L’algoritmo esamina i pixel delle immagini e i metadati, ossia le informazioni che accompagnano le foto digitali come, per esempio, marca e modello della fotocamera o le coordinate Gps.

FotoForensics

fotoforensics

Strumento completo che consente di conoscere una lunga serie di dati relativi alle immagini caricate oppure linkate da risorse online. FotoForensics non richiede che gli utenti siano registrati e, di fatto, lavora sull’immagine alla ricerca di variazioni dei livelli di compressione al fine di rilevare la presenza di artifici.

Offre anche una nutrita guida all’uso (in lingua inglese) perché non si limita a scovare il possibile intervento delle AI ma si presta anche, come suggerisce il nome, a scopi forensi.

Is it AI?

isitai

Strumento che bene si presta a mostrare i limiti di queste applicazioni, sulle quali si può fare affidamento solo in modo parziale. Gli elementi che prendono in considerazione sono diversi e non sempre si dimostrano affidabili nel determinare con certezza l’originalità di un’immagine.

Is it AI? è semplice da usare ma, nelle prove che abbiamo fatto, si è dimostrato uno strumento che punta a un certo grado di insicurezza quando l’immagine esaminata, pure essendo reale, è parzialmente sovrascritta da filtri fotografici.

Illuminarty

illuminarty

Altro strumento gratuito che non necessita registrazione e che, a sua volta, mostra i limiti del riconoscimento di immagini generate da un’IA.

Nel nostro esempio (vedi foto sopra) Illuminarty ha dato quasi per certa (all'84,4%) la natura artificiale di una foto presa da Wikipedia, scattata nel 2007 e successivamente elaborata con un software di fotoritocco, il che non coincide necessariamente con l’opera svolta da un’Intelligenza artificiale.

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