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Ora il Mancio pensa in grande: «Questo City è da titolo»

Dopo il debutto bagnato con due vittorie, il neo tecnico del Manchester City si sbilancia: «Abbiamo una buona squadra e se continueremo a restare concentrati può succedere qualsiasi cosa»

Due partite e due vittorie, un debutto perfetto che ora spinge Roberto Mancini ha sperare addirittura nel titolo di Premier League. Dopo l'esordio vittorioso contro lo Stoke sabato scorso, il Manchester City si è ripetuto ieri sera sul campo del Wolverhampton. Cinque gol all'attivo (tre di Carlos Tevez) e zero al passivo per il successore di Mark Hughes che il giorno della presentazione aveva fissato nella qualificazione in Champions League l'obiettivo della sua prima stagione inglese. Ma dopo poco più di una «fantastica» settimana alla guida dei citizens, rinfrancato dai due successi di fila, il tecnico italiano punta più in alto definendo «realistiche» le possibilità del City di vincere il campionato.
Un ottimismo legittimo e comprensibile, considerate anche le polemiche che hanno accompagnato la sua nomina, ma forse un po' incauto per i dieci punti, e le cinque squadre, che ancora lo separano dalla vetta occupata dal Chelsea. Una spavalderia che comunque non dimentica il lavoro del suo predecessore, dal quale ha ereditato - le parole di Mancini - una situazione «migliore» di quanto avesse inizialmente pensato. «Ci attendono altre 19 partite, è ancora tutto possibile - ha dichiarato subito dopo la vittoria sui Wolves -. Abbiamo una buona squadra e se continueremo a restare concentrati può succedere qualsiasi cosa».
Con una partita ancora da recuperare, e un calendario favorevole (nelle prossime sei partite il City affronterà tutte squadre della seconda metà della classifica), Mancini fa esercizio di ottimismo. «In questo momento non vale la pena guardare la classifica - ha aggiunto Mancio -. Dobbiamo continuare a giocare bene e vincere. Tra due mesi le posizioni saranno meglio delineate e a quel punto potremo capire a che punto siamo nella corsa per il titolo. Ora mi interessa che la squadra produca un buon calcio e migliori di partita in partita. Se sapremo giocare sempre meglio, facendo buon possesso palla e cercando sempre il fraseggio, sono sicuro che potremo arrivare nei primi posti».
Per centrare la prima vittoria in trasferta dallo scorso agosto, a Portsmouth, Mancini non ha esitato a sacrificare Robinho in panchina, affidando una maglia da titolare a Craig Bellamy, uno dei fedelissimi di Hughes che settimana scorsa sembrava intenzionato a lasciare il club. Un segnale di fiducia al gallese, sul quale Mancini punta con convinzione. Apprezzato dallo stesso Bellamy: «In questo mondo non mi sorprende più nulla. A livello personale avevo un grande rapporto con Hughes. Ma bisogna andare avanti e voglio far parte di questo gruppo il più a lungo possibile».
«Bellamy ha un carattere forte ma soprattutto è un buon giocatore - gli ha risposto Mancini -. Sarebbe molto meglio se restasse con noi. Nella mia carriera ho avuto diversi compagni di squadra di personalità, non ci sono assolutamente problemi». Nelle prossime due settimane i citizens sono attesi dal debutto in Coppa d'Inghilterra (2 gennaio, a Middlesbrough), quindi dall'andata della semifinale di Coppa di Lega (in casa contro il Manchester United), infine nuovamente al City of Manchester stadium, ospite il Blackburn. Appuntamenti che dovranno affrontare senza Kolo Tourè e Emmanuel Adebayor, in partenza per la Coppa d'Africa. Oltre agli infortunati: una lunga lista (Roque Santa Cruz, Joleon Lescott, Wayne Bridge, Shaun Wright-Phillips e Nedum Onuoha) alla quale si è appena aggiunto anche l'irlandese Stephen Ireland. «Abbiamo qualche problema, ma la rosa è ampia ed è ancora presto per parlare di mercato. Finora è andato tutto bene».

Più positivo di così, il suo sbarco in Premier League, Mancini non avrebbe potuto sperarlo.

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