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Le mani delle lobby sul business dei migranti

Ors Italia, la società profit che gestisce Cpr e centri accoglienza ha come rappresentanti alla Camera i "lobbisti per mestiere" per gestire i propri interessi

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Cpr e profughi: il business dell'immigrazione in mano alle società lobbiste

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Era il 2017 quando la sinistra, con il governo Gentiloni, istituì a Montecitorio la “sala delle lobby”. Esiste ancora ed è il posto dove, alla camera dei deputati, si incontrano i lobbisti di mestieri. Persone fisiche ma soprattutto grandi società di consulenza in rappresentanza dei propri clienti. L’obiettivo è quello di portare avanti un percorso politico ed economico-aziendale attraverso una mediazione nei palazzi del potere. Una cosa che succede anche al Parlamento Europeo e in altri paesi. In Italia c’è infatti un registro delle lobby alla Camera, i cui iscritti hanno riservato uno spazio dove seguire i lavori parlamentari e parlare con i deputati.

Lista alla mano: si legge di gruppi di aziende, imprese, organizzazioni sindacali ed editoriali, associazioni professionali, associazioni di categoria. Niente di illegale, ovviamente, ma è curioso il nome di Ors, la società profit che gestisce centri accoglienza e il Cpr in Sardegna. La cooperativa, che in realtà è una multinazionale di madre elvetica ha, infatti, come consulente “Telos Analisi e Strategie” in rappresentanza dei loro interessi. La società si presenta come “studio professionale che aiuta i propri committenti a comprendere l’ambiente nel quale si posizionano ed operano e ad interagire con tutte le istituzioni e gli stakeholder in modo efficace” ed è una delle prime dieci società di lobbismo. Tra i clienti compaiono aziende come Toyota che, ovviamente, niente hanno a che fare con chi gestisce i migranti attraverso i fondi statali.

L’accordo tra Ors e Telos risale al 6 ottobre 2020 a firma del direttore della comunicazione di Ors, con sede a Zurigo, Lutz Hahn.
“Telos Analisi e Strategie srl è stata incaricata con contratto a tempo indeterminato, stipulato in data 1°settembre 2020, di fornire la propria consulenza e rappresentare ove necessario Ors Management AG nella conduzione di un’attività di rappresentanza di interessi presso le istituzioni nazionali, regionali e locali sulle politiche dell’accoglienza, assistenza e dell’immigrazione”. Così si legge nel documento ufficiale di cui IlGiornale.it è entrato in possesso.

La persona che incarna tutto ciò è Marco Sonsini, partner di Telos che come mestiere fa, appunto, il lobbista di professione e lo fa - in questo caso specifico - per conto di una realtà che dell’immigrazione e dell’accoglienza ne ha fatto il proprio profitto. Del resto Ors Italia non lo ha mai negato. Sbarcata nel nostro paese con il Ministro Lamorgese, a partire dal 2021 è diventata leader nel settore nonostante le inchieste giudiziarie negli altri paesi europei, come Germania e Austria, dove già agiva in modo discutibile nell’accoglienza migranti. E anche in Italia, nel Cpr di Macomer, l’Unione Sarda ha documentato fin dall’inizio le rivolte all’ordine del giorno da parte dei migranti che addirittura salirono sui tetti e uno di loro, come gesto estremo per denunciare le condizioni invivibili, si cucì la bocca.

Era il 2021 e la relazione di quell’anno dei lobbisti “garanti” di Ors alla Camera, dichiarava semplicemente: “l’obiettivo è stato quello di rappresentare un quadro dettagliato e veritiero della situazione nei centri gestiti da ORS in Sardegna”. Un quadro che il governo di sinistra sembrerebbe aver solo letto sulle carte della società “mediatrice”, approvando il testo senza particolari problemi, probabilmente perché a quel tempo le sfilate politiche nei Cpr non convenivano.

Il paradosso? Elly Schlein che solo qualche giorno fa, ospite alla kermesse “La Repubblica delle idee”, punta il dito contro la destra e dichiara: “Hanno scelto di proteggere altri interessi, interessi economici, legati alle lobby”.

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