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Dopo la paura per l’America ci sono solo lacrime

New York«L’attacco non è stato compiuto da una religione, ma da Al Qaida: l’America non sarà mai in guerra con l’islam».
È questo il passaggio più importante del messaggio che ieri il presidente Obama ha mandato all’America intera in occasione del nono anniversario dell’11 settembre 2001, quando 19 terroristi di Bin Laden fecero schiantare due aerei contro le Torri Gemelle a New York e altri due jet passeggeri contro il Pentagono a Washington e in piena campagna in Pensylvania, a Shanksville.
Dopo giorni di violentissime polemiche sui rapporti con la religione islamica e il mondo musulmano, dopo le minacce poi rientrate di bruciare il Corano e le relative dichiarazioni incendiarie del pastore della Florida Terry Jones, e gli infiniti contrasti, manifestazioni e contestazioni pro e contro la costruzione di una moschea e di un centro culturale islamico che dovrebbero sorgere a due passi da Ground Zero, i toni accessi sono finalmente scomparsi ieri e l’America si è fermata per ricordare le tremila vittime dell’11 settembre.
«Siamo una sola nazione, un solo popolo legato non solo dal lutto, ma anche da ideali comuni», ha aggiunto il presidente Obama, nel discorso radiofonico del sabato, chiedendo a tutti gli americani di non cedere alle tentazioni di chi vorrebbe dividerli. «In questi momenti c’è chi cerca di alimentare l’amarezza, di dividerci sulla base delle nostre differenze, di accecarci rispetto a quello che abbiamo in comune. Non permetteremo che a definirci sia la paura, ma le speranze che abbiamo per le nostre famiglie, per la nostra nazione, per un futuro migliore».
Il capo della Casa Bianca si è recato ieri mattina al Pentagono, accompagnato da ministro della difesa Gates, dove ha onorato le 182 vittime dell’attacco-kamikaze con un minuto di silenzio e ha voluto sottolineare in un breve messaggio il coraggio e l’orgoglio del popolo americano che ha subito rialzato la testa dopo quei terribili giorni. «L’America non esiterà mai nella difesa della nazione, nello spirito dell’11 settembre che non è la capacità umana di fare il male, ma la capacità umana di fare il bene, non è il desiderio di distruggere ma l’impulso a salvare e a guardare verso il futuro».
Obama, per evitare che la commemorazione dell’11 settembre fosse eccessivamente politicizzata e soprattutto per evitare di essere contestato e fischiato da chi si oppone alla costruzione della moschea sulle ceneri delle Torri Gemelli, ha preferito per il secondo anno di seguito disertare la cerimonia di Ground Zero. A New York c’era il vicepresidente Joe Biden, accanto al sindaco Michael Bloomberg per una cerimonia semplice e commovente, con figli, nipoti e familiari a scandire i nomi delle vittime che si è tenuta in un parco vicino a dove sorgeva il World Trade Center. Solo l’agghiacciante silenzio e la lettura della lunga lista delle vittime hanno zittito d’incanto un migliaio e più di manifestanti che si sono radunati di buon mattino: da una parte c’era chi sostiene il progetto della moschea, dall’altra chi si oppone fieramente. E in mezzo c’erano i poliziotti, ma non si sono verificati incidenti. Una dimostrazione pacifica e civile in attesa di ritrovarsi, fra denunce e ricorsi, in tribunale.
Un grande gesto distensivo e politically correct invece è stata la presenza di Michelle Obama, accompagnata dalla ex first lady Laura Bush, nel memorial di Shansville, in Pennsylvania, per ricordare i 37 passeggeri-eroi del volo 93 della United Ailines che impedirono ai dirottatori di raggiungere il quarto obiettivo, la Casa Bianca o un altro edificio simbolo di Washington come il Congresso.
L'unica nota stonata è quella di un piccolo gruppo di fanatici della Westboro Baptist Church di Topeka, nel Kansas, una congregazione fondamentalista che odia tutto e tutti, anche l’America e la bandiera a stelle e strisce.

Il pastore battista Terry Jones ha rinunciato a bruciare il corano, ma i battisti del Kansas hanno detto di aver bruciato i libri di Maometto nel chiuso dei loro luoghi di culto, senza telecamere e video da mandare poi su internet. Sarà vero?

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