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"Credo ti manchi il c...". Gli audio di Siffredi alla giornalista

Alisa Toaff è la giornalista che ha querelato Rocco Siffredi per molestie sessuali: "Ansia e agitazione anche per il tono usato"

"Credo ti manchi il c...". Gli audio di Siffredi alla giornalista

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Tiene banco la querelle tra la giornalista Alisa Toaff e l'attore Rocco Siffredi, a fronte della denuncia, mossa dalla prima, con l'accusa di molestie sessuali. Il nome della giornalista è stato reso pubblico solo in un secondo momento, nonostante la volontà della stessa di mantenere l'anonimato. Tutto inizia quando Toaff intervista l'attore in concomitanza con la serie tv a lui dedicata. "L'intervista non era stata autorizzata, ha chiesto lui di farla ugualmente, di persona, venendo a Roma in hotel. Quando ha capito che non c’era trippa per gatti, come si dice, è scappato", ha raccontato la giornalista al Corriere della sera.

Pare che le prime tensioni tra i due siano nate proprio per l'intervista e per alcuni passaggio non graditi a Siffredi. "Voleva che levassi alcune sue frasi su Alessandro Borghi (l'attore che lo interpreta nella serie, ndr) dall’intervista, l’ho accontentato ma non gli andava bene ugualmente", prosegue la giornalista nelle sue dichiarazioni al quotidiano di via Solferino, spiegando che, da quel momento, "è trasceso con insulti e valutazioni pesantissime sul mio conto che mi hanno messo ansia e agitazione anche per il tono usato". Toaff ha rivelato di aver allegato alla querela per molestie anche una pennina Usb "con tutto quello che ci siamo detti e scritto, compreso il testo dell’intervista. Com’era e come è stata modificata su sua richiesta. Non ho omesso niente".

Alcuni di quegli audio sono stati resi pubblici dal sito del quotidiano Repubblica. "A te credo, veramente, che ti manchi il (bip). Questa è una cosa che ho notato, perché quando una donna arriva a essere così, vuol dire che il (bip) le manca per davvero. Quindi fatti una pausa, fatti una bella scorpacciata di (bip) e tornerai a essere una persona normale", si sente dire dalla viva voce di Siffredi in uno degli audio, il secondo, che la giornalista ha allegato alla sua querela.

Nel frattempo, l'attore si difende e allo stesso quotidiano di via Solferino dichiara che quelle mosse da Toaff sono "accuse gravi ma totalmente infondate. Ho le chat, ho le immagini della telecamera dell'hotel, ho dieci testimoni, ho i testi delle interviste come erano stati scritti". Siffredi ha dichiarato al Corriere della sera che, "visto che mi chiedeva in continuazione una consulenza sul sesso, in un momento di rabbia con lei e stress per la promozione della serie, le ho risposto mettendola su quel piano. Ma solo questo e ho chiesto scusa. Sono molestie queste?".

Nei prossimi giorni è prevista una prima informativa da parte della polizia alla procura di Roma. Gli avvocati dell'attore, in una nota consegnata ai media comunicano "che il sig. Siffredi si dichiara esterrefatto per l’accusa ricevuta, che respinge con fermezza". Nel sottolineare che tutto si è svolto in modo lineare e che, solo dopo la pubblicazione dell'intervista, sono iniziati i dissapori, i legali ribadiscono che "l'attore si dichiara profondamente dispiaciuto e ribadisce le scuse già formulate privatamente (nell’immediatezza) e pubblicamente per le parole e i toni utilizzati nel litigio telefonico". Inoltre, gli stessi informano che Siffredi ha conferito "apposito mandato per la tutela della propria reputazione con riferimento all’affermazione di ‘fama di predatore’ riportata nell’intervista odierna del Corriere della Sera".

Alisa toaff, invece, ha rilasciato una seconda intervista a Repubblica in cui sostiene che l'atteggiamento di Siffredi, nei vocali successivi all'intervista, l'ha colpita "nella mia dignità di donna, di giornalista, di professionista. Dopo l’uscita dell’intervista mi ha bombardata di messaggi". E in riferimento ai messaggi che sono stati depositati con la querela, aggiunge: "Non è accettabile che accada una cosa del genere mentre si sta lavorando solo perché sono una donna. Se fossi stata un uomo? Si sarebbe comportato così? Questo è un atteggiamento sessista e soprattutto molesto. Per questo l’ho denunciato".

L'intero impianto della querela è basato su quanto accaduto dopo l'incontro, mediante messaggi sui cellulari.

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