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"Diffamazione". Lo scontro tra Baglioni e Striscia finisce in tribunale

Antonio Ricci, tre conduttori e un inviato dovranno difendersi dall'accusa di diffamazione aggravata ai danni del cantautore romano, che più volte è finito al centro di servizi sarcastici

"Diffamazione". Lo scontro tra Claudio Baglioni e Striscia la notizia finisce in tribunale

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"Diffamazione". Lo scontro tra Claudio Baglioni e Striscia la notizia finisce in tribunale

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Antonio Ricci, Ezio Greggio, Enzo Iacchetti, Gerry Scotti e l'inviato Antonio Montanari (alias Mago Casanova) sono stati formalmente citati in giudizio dalla procura di Monza per diffamazione aggravata nei confronti di Claudio Baglioni. La querelle, che da anni vede contrapposti il cantautore romano e il tg satirico di Canale 5, finisce così in tribunale. Ai giudici spetterà il compito di stabilire se, come denunciato da Claudio Baglioni, Antonio Ricci - in qualità di autore di Striscia - e gli altri citati dalla procura hanno diffamato o meno il cantautore nel corso degli anni.

I fatti che hanno portato a processo

Al centro della disputa giudiziaria c'è l'accusa di plagio che, da anni, Striscia la notizia rivolge a Claudio Baglioni. Del cantautore romano il tg satirico si è occupato più volte con servizi dai toni sarcastici e irridenti sui testi delle sue canzoni e Ricci pubblicò addirittura un e-book, scaricabile dal sito internet del programma - nel quale si facevano esempi concreti dei plagi. In "Tutti poeti con Claudio. Dispensa essenziale per il poeta moderno”, questo il titolo del libro, Ricci sosteneva che sostiene che, "senza renderlo noto", Baglioni avrebbe "copiato, all’interno dei testi di numerose sue canzoni, frasi ed espressioni utilizzate da poeti, letterati ed altri autori". Nei numerosi servizi, che Striscia ha mandato in onda proprio sull'artista romano, i toni sono sempre stati sarcastici e spesso le parole usate, riferite all'artista, hanno dipinto i suoi presunti plagi come "furbate, scopiazzature dimenticate", mentre Baglioni come uno "smemorato, distrattone".

La prefazione del libro

Il volume è stato sequestrato nel giugno 2022 dal gip del tribunale di Monza su richiesta dai legali del musicista, gli avvocati Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci, ma online sono ancora visibili alcuni estratti. Al suo interno si legge: "Questa è un’opera collettiva nata dalle moltissime segnalazioni arrivate al Tg satirico su tutti i poeti e gli scrittori che hanno collaborato – a loro insaputa – ai testi di Claudio Baglioni: da Pier Paolo Pasolini a Cesare Pavese, da Mark Twain a Emily Dickinson, da Oscar Wilde a Francis Scott Fitzgerald, da Franz Kafka a Jacques Prévert e tanti altri. E non finisce qui. Oltre ai testi, il divino Claudio Baglioni ha pinzato pure le melodie di alcune canzoni e parecchie gag ricicciate e andate in scena sul palco del teatro Ariston di Sanremo". Accuse pesantissime che sono finite sul tavolo dei giudici.

La prima udienza del processo

Il processo si aprirà ufficialmente a gennaio 2025, davanti al giudice di Monza Roberta Russo.

Oltre ad Antonio Ricci, in quanto autore di Striscia la notizia, anche i conduttori Scotti, Greggio, Iacchetti e il Mago Casanova saranno chiamati a rispondere per avere partecipato, come riferiscono i legali di Baglioni alla presunta "campagna diffamatoria".

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