Festival di Sanremo

Quando Ghali insultava donne, omosessuali e non si considerava un cantante italiano

A 20 anni, prima di acquisire la popolarità odierna, Ghali scriveva a ruota libera sui suoi profili social lasciando traccia di messaggi offensivi verso donne e omosessuali

Quando Ghali insultava donne, omosessuali e non si considerava un cantante italiano

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Ghali non ha vinto Sanremo ma rischia di essere eletto come prossimo segretario del Partito democratico al posto di Elly Schlein. D'altronde, il nuovo corso politico della sinistra non richiede particolari attitudini per diventare leader dello schieramento del Nazareno, basta avere qualche follower e posizionarsi dalla parte giusta del buonismo. Dopo aver propagandato pro-Palestina dal palco del teatro Ariston durante il festival di Sanremo senza alcun contraddittorio, cavalcando il tema del momento, Ghali è diventato l'idolo di masse adoranti di giovanissimi, il riferimento politico di una sinistra alla ricerca di un frontman credibile. Ma dai social sono emersi alcuni vecchi scritti del cantante di origine tunisina che, probabilmente, non faranno piacere a chi l'ha elevato a maître à penser della gauche caviar.

Va precisato fin dall'origine che si tratta di messaggi datati, che risalgono al periodo tra il 2012 e il 2014, quando il rapper aveva circa 20 anni, essendo lui nato nel 1993. Nel tempo si cambia, si matura e si acquisiscono consapevolezze diverse. Ma il passato non si cancella così. E il 30 maggio del 2014, in un tweet ancora presente sul suo profilo, Ghali scriveva: "I cantanti italiani danno delle mmerde ai politici un po' come su Facebook le bambocce troie che danno delle troie ad altre troie". In questo tweet, per altro, "l'italiano vero", come si è definito sul palco del recente Sanremo per aprire la polemica, parlava di "cantanti italiani", tirandosi evidentemente fuori dal gruppo di coloro che possono essere definiti tali. Nello stesso anno, durante il Ramadan, scriveva: "Quanto è difficile in Ramadan non guardare i culi davanti a me sulle scale dell'uscita della metro".

Inutile riportare tutti i tweet in cui definisce le donne come "troie", quelli in cui parla di "froci" e gli altri ricchi di insulti. "Non era ancora famoso", scrive qualcuno oggi nel tentativo di difendere Ghali. Ma in realtà l'essere famoso, o popolare, non dovrebbe influire su ciò che una persona è. Al massimo, quando una persona assurge alla popolarità cerca di mascherare ciò che è sempre stato per assecondare il pubblico e non essere politicamente scorretto. Nel caso di Ghali, si spera, non si tratta di popolarità ma, si spera, di una maturità acquisita.

Una maturità che non gli dà comunque patenti di moralismo, come invece stanno provando a fare i compagni, elevandolo a idolo politico senza peccato.

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