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"I bimbi no...". Chiara Ferragni nella bufera per il disegno sul gay pride del figlio

La bandiera rainbow e la scritta "Pride" con l'errore che fa tenerezza: sul disegno di Leone pubblicato da Chiara Ferragni piovono accuse

"I bimbi no...". La Ferragni nella bufera per il disegno sul gay pride del figlio

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"I bimbi no...". La Ferragni nella bufera per il disegno sul gay pride del figlio

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Chiara Ferragni è nell'occhio del ciclone per un post condiviso sui social che vede protagonista suo figlio Leone. L'influencer, mentre il marito era in giro per la promozione della sua nuova bevanda, ha dedicato il weekend ai figli ed è volata a Parigi. Qui, rigorosamente supplied, quindi senza pagare, ha portato i figli a Disneyland, l'unico parco a tema di questo tipo in Europa. Sul suo profilo Instagram ha poi pubblicato un album riassuntivo e tra le foto è presente anche quella del piccolo Leone, primogenito dei Ferragnez. Niente di strano per l'influencer, che è solita pubblicare decine di foto e di video dei figli, ma questa ha destato molto clamore.

Il bambino, infatti, regge in mano un foglio con disegnata la bandiera rainbow simbolo della comunità Lgbtq e, per non confonderla con quella della pace, il piccolo ha aggiunto sotto la scritta "Pride". La grammatica del bimbo non è corretta ma questo non è il punto focale delle critiche che vengono mosse alla Ferragni, che secondo molti utenti non dovrebbe coinvolgere i suoi figli in questi messaggi sociali. Leone non ha ancora 5 anni e secondo molti non è adeguatamente maturo per essersi formato un proprio pensiero sull’argomento, avendo semplicemente assorbito quello inculcato dagli adulti. Ancora peggio, c'è chi sospetta che quella sia stata una foto costruita a uso e consumo per i social e che il bambino non sappia minimamente a cosa si riferisca quel simbolo e quella parola, com'è anche normale per un bambino di 4 anni.

Leone Ferragni

"Far scrivere Pride a un bambino che non ha idea di cosa possa significare la parola, non è molto bello", si legge in uno dei commenti sotto il post della Ferragni. Un commento che sembra essere super partes e che sottolinea come sia sbagliato usare un bambino come manifesto di propaganda, specialmente su temi come questi, anche perché si rischia di arrecare un danno alla comunità che si vorrebbe sostenere, oltre che al bambino stesso.

E, infatti, qualcun altro ha scritto: "Credo sia solo per ricevere appoggio dalla comunità Lgbtq, perché non credo che un bambino di 4 anni possa capirne il senso. E parlo da madre che vuole assolutamente insegnare al proprio figlio ad amare e rispettare tutti, ma con i dovuti tempi. A me piaci, Chiara, ma quel disegno credo sia solo per i like". Ovviamente, tra i commenti non mancano nemmeno quelli che, probabilmente troll, cercano di provocare: "Che bello se Leo potesse diventare il primo bambino transgender a City Life".

Commenti che vengono attirati da una simile condivisione, criticata dalla maggior parte.

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