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Beato tra le donne e re dei fornelli: Vittorio Vaccaro torna con "A casa cucina papà"

Il poliedrico artista torna su Food Network canale 33 con la nuova stagione di “A casa cucina papà”, in prima tv dal 9 luglio

Beato tra le donne e re dei fornelli: Vittorio Vaccaro torna con "A casa cucina papà"

Beato tra le donne e re dei fornelli. Se fosse un concorso, queste le fasce per Vittorio Vaccaro, attore per professione, musicista per passione e chef per vocazione, che a partire dal 9 luglio torna su Food Network con la nuova stagione di “A casa cucina papà”. Una casa reale – il programma non è in uno studio bensì proprio nell’abitazione – e una famiglia allargata tutta al femminile nella quale dare dimostrazione di abilità e creatività con l’enogastronomia. Ogni domenica gli appassionati gourmand potranno sintonizzarsi, alle 17.40, sul Canale 33 del Digitale Terrestre o su Tivùsat Canale 53 (le puntate saranno disponibili in streaming su discovery+ subito dopo la messa in onda lineare) per scoprire i menù perfetti per ogni situazione, che uniscono il piacere del gusto a quello della condivisione, ma anche un po’ della storia di vita di questo artista siciliano di nascita ma meneghino d’adozione che a ogni piatto aggiunge ricordi, momenti di vita vissuta, incontri ed emozioni.ì

Che piatti proporrà durante le nuove puntate?

“Fiori di zucca in pastella e gamberi rossi, tortino di patate, zucchine, e alici del Cantabrico, risotto con malga e mele cotte nell’aceto balsamico, tonno scottato con cipolla di Tropea grigliata e melograno, spaghetti con puntarelle e olive taggiasche... Questo è solo un assaggio dei piatti che preparerò con l’obiettivo di incuriosire, far venire l’acquolina in bocca e voglia di scoprire cosa c’è dietro un piatto. Quanta attenzione alla materia prima, alla sostenibilità”.

Come è la convivenza in una famiglia di sole donne?

“Un casino (e ride). Solo Pepe, il nostro cagnolino, mi capisce. Con Giulia, mia figlia, e Rebecca e Luce le figlie della mia compagna Luna (Berlusconi, ndr), che tra l’altro saranno anche protagoniste in alcuni momenti del programma, le dinamiche sono le più disparate. Non c’è ancora e per fortuna il discorso dieta e attenzione all’alimentazione, ma ognuna di loro ha richieste specifiche. A una piace il sushi, all’altra lo spaghetto con il pesce e ogni giorno “faccio il giro” per accontentare tutte. L’unica cosa che non si può mangiare in casa è il prosciutto crudo con il grasso, il grasso dà il sapore e ce ne fosse una delle quattro donne che non lo toglie. Per me vederle è una vera sofferenza (e ride ancora)”.

Qual è il podio dei tre piatti che potrebbe mangiare per una settimana di fila?

“La pasta senza dubbio, a colazione, a pranzo, a cena. In tutti i modi, sono amante delle cose semplici. Uno spaghetto con aglio e olio e un buon parmigiano e già sono contento. Al secondo posto la pizza e al terzo metto il sushi”.

Farebbe mai una dieta?

“In questo periodo sono a dieta, avevo preso qualche chilo di troppo e vorrei rimettermi in forma oltre a regolare il mio metabolismo. Quindi mi tocca cucinare per la famiglia e per i telespettatori e semplicemente guardare quello che preparo. In realtà non avrei mai pensato di riuscire a farla. Mi sento benissimo, ho tolto grassi, zuccheri. Sono sempre più convinto che bisogna ricercare il cibo di qualità e non puntare sulla quantità. Dobbiamo guardare a una buona alimentazione”.

Se potesse tornare indietro nel passato, con quale personaggio vorrebbe cenare e perché?

“Con l’attrice, sindacalista, politica Evita Perón, perché mi piacciono le donne forti, che hanno qualcosa da raccontare, che hanno lottato per la loro libertà e per quella degli altri. Donne che si impegnano a cambiare le cose. Cenando con Evita, tra un piatto e l’altro, proverei a capire da dove arriva quella grinta che ha avuto pur nella sua poca vita. Di certo verrebbe fuori una bella conversazione”.

Cosa la emoziona di più del suo lavoro così poliedrico?

“Il fatto di sentirmi vivo quando “faccio quello che faccio”. Il sentirmi realizzato, dà senso alla giornata e mi fa essere visionario. Mentre faccio una cosa, penso a come sviluppare anche le altre. Mi è capitato durante la fase covid di fare una cosa che non mi piaceva. Gli artisti, si sa, in quel periodo non lavoravano e per fronteggiare le spese sono andato a lavorare come insegnante in una scuola elementare. Per quanto il confronto con i ragazzi sia sempre arricchente, quello del docente è un lavoro che non rientra nelle mie corde e quindi sono state giornate per me impegnative. Non mi sentivo bene in quel ruolo e fare un’attività per la quale non sono portato mi faceva stare male. Mi alzavo la mattina quasi controvoglia, non avevo più fantasia. Però in quei mesi ho capito quanto è importante quello che la scuola fa per i ragazzi e le loro famiglie, impegno spesso tenuto in poca considerazione”.

Sta conoscendo diversi chef, cosa le trasmettono e ne ha uno che preferisce un po’ più degli altri?

“Non ho preferenze, gli chef sono come un puzzle e ognuno di loro completa qualcosa nel mondo del food. Ognuno poi ha una sua specializzazione e da tutti cerco di captare dritte e segreti. Rubo la loro storia per farla mia. Di recente ho incontrato lo stellato chef patron del Pomiroeu di Seregno, Giancarlo Morelli, e questo confronto mi ha trasmesso molto. Ho portato a casa tanta umanità. Quando vai in fondo al dialogo con ciascuno di loro, ti accorgi che sono persone sensibili che hanno rispetto per la natura, l’essere umano e per le materie prime che trattano. Il loro è un dono di amore, attraverso quello che sanno fare che è “dar da mangiare” con dedizione”.

Se dovessi descriversi con degli hashtag, quali non mancherebbero mai?

“#Greentable #amore #passione e #caparbio.

Anzi mi devo ricordare di aggiungerli nei miei post sul profilo Instagram (Vittovaccaro)”.

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