Roma

Una pioggia di cocaina per discoteche e «rave»

Cocaina nascosta in lampade stroboscopiche e nelle custodie di rullini fotografici. Droga, destinata alle discoteche romane, che da ieri si trova negli uffici del commissariato Castro Pretorio.
Gli agenti, coordinati dal dirigente Domenico Condello, hanno sequestrato più di cinquecento grammi di «neve» purissima, 200 grammi di hashish, popper, bilancini di precisione e settemila euro, provento dello spaccio. Le manette sono scattate ai polsi di D.I., dj romano di 23 anni, della sua fidanzata P.D., 26 anni e di E.F., pr campano di 27 anni. Il blitz, che ha portato all’arresto dei tre insospettabili, due dei quali studenti fuori corso, è il risultato di un’attività investigativa iniziata nel dicembre scorso dopo il fermo di una ventenne trovata con oltre 500 pasticche di ecstasy e chetamina. Partendo da questo filone la polizia ha passato al setaccio il circuito delle discoteche romane e delle feste «rave» ed è giunta ai tre ragazzi. Nei giorni scorsi i sospettati sono stati seguiti fin sotto le loro abitazioni, che secondo gli ispettori ospitavano anche «festini» a base di sostanze stupefacenti.
«Questi giovani vivevano in condizioni particolarmente agiate - sottolinea il vice questore Condello -. Il dj, studente in Scienze del Turismo, viaggiava infatti su una Bmw serie 1 e viveva con il pr campano, iscritto a Economia e Commercio, in una casa a Torre Spaccata. Qui, nascosta perfino in luci stroboscopiche, c’era la droga che veniva spacciata dopo aver comunicato la disponibilità agli acquirenti attraverso sms. Oltre alla cocaina abbiamo trovato anche tre documenti falsi, orologi di valore e addirittura una televisione al plasma da cinquanta pollici». Di valore erano anche i regali che il dj faceva alla sua fidanzata, che lavorava come commessa e viveva in un appartamento a Casal Bruciato. «Nella sua casa - spiega il dirigente di Castro Pretorio - abbiamo sequestrato invece bilancini di precisione e dosi di cocaina da venti e trenta grammi, pronte per essere spacciate». La cocaina, che aveva una purezza superiore all’88 per cento e tagliata avrebbe fruttato circa trecentomila euro, probabilmente proveniva da rotte controllate dalla malavita campana.

Di sicuro, però, nelle discoteche della capitale non arriverà mai.

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